Politica
7 Giugno 2024
Il senatore di Fratelli d'Italia risponde a Don Bedin. "Capisco che gli stiamo antipatici, ma non mi pare un comportamento adatto a chi predica ogni giorno il rispetto dei valori umani"

Balboni: “Non ci fu alcun ‘picchettaggio’ ma solo una tranquilla passeggiata”

Alberto Balboni
di Redazione | 2 min

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“Don Bedin fa della mia partecipazione a un corteo assolutamente pacifico organizzato nel lontano 2007 da un comitato di cittadini residenti in via Bologna (Comitato 1000 firme) per protestare non contro qualcuno ma per chiedere sicurezza e in particolare maggiore attenzione da parte delle Forze dell’Ordine nel contrasto alla diffusa illegalità presente in vaste aree di quel quartiere, in particolare in viale Krasnodar”. Continua lo scambio tra don Bedin e Alberto Balboni dopo che il presidente di Viale K lo aveva chiamato in causa durante l’incontro organizzato dall’associazione con Mimmo Lucano.

“Non ci fu alcun ‘picchettaggio’ – dice Balboni – ma solo una tranquilla passeggiata. Nemmeno una semplice sosta, né di fronte alla parrocchia né in qualsiasi altro luogo”.

“Il picchettaggio – aggiunge – checché ne dica don Bedin, è pur sempre un’azione contraria alla libertà altrui. Non sempre è reato, certo . Ad esempio, quando si esplica davanti a una fabbrica nell’ambito di uno sciopero il picchettaggio è ritenuto lecito in base all’art. 40 Cost., sempre che non vengano posti in essere atti di  minaccia o di violenza”.

Il senatore di Fratelli d’Italia aggiunge che “tuttavia, il picchettaggio resta comunque un’azione volta a impedire o condizionare la libertà di autodeterminazione della persona e in quanto tale è un atto comunemente considerato riprovevole. È chiaro dal contesto che è in questa accezione (di atto riprovevole) che don Bedin ha usato questo termine”.

Non basta, sempre secondo Balboni, “il suo (incompleto) richiamo al dizionario per giustificarsi” così riporta la definizione di picchettaggio secondo il Dizionario Giuridico Simoni: “È l’azione di un gruppo di lavoratori, nel corso di uno sciopero, svolta dinanzi al luogo di lavoro per impedire che i dipendenti, non aderenti allo sciopero (i cd. crumiri), possano raggiungere il posto di lavoro. Discussa è la liceità di tale attività: essa dipende dalle modalità e dalle forme con le quali  è svolto”.

Balboni dice di non sapere “perché don Bedin abbia voluto parlare di un episodio di ben 17 anni fa, evidentemente non aveva nulla di meglio per denigrarmi”. Ciò che ai suoi occhi sarebbe chiaro è che “il suo intento era proprio quello di denigrarmi”. La stessa cosa che secondo l’esponente di Fratelli d’Italia sarebbe successa “quando si è inventato un episodio mai avvenuto per colpire il collega Malaguti”.

“Capisco che gli stiamo antipatici – conclude -, ma non mi pare un comportamento adatto a chi predica ogni giorno il rispetto dei valori umani”.

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