“Ancora una volta devo chiedere scusa! Questa volta al senatore Balboni”. Inizia con un velo di ironia la replica di don Domenico Bedin alle precisazioni di Alberto Balboni rispetto alle dichiarazioni rilasciate dal presidente di Viale K durante l’incontro il sala Estense con Mimmo Lucano.
“Effettivamente – continua Don Bedin – penso di aver sbagliato persona. Se il Senatore dice che non era presente quella notte del 2007 davanti la Chiesa del Krasnodar con alcuni delle ‘1000 firme’ a fare la ‘ronda’ o presidiare o a ‘picchettare’ in maniera assolutamente pacifica (la Treccani: azione di vigilanza esercitata davanti all’ingresso di una fabbrica, scuola, ufficio ecc…) per stigmatizzare l’eccessivo numero di ospiti che lì si rifugiavano creando scompiglio in quartiere significa che realmente egli non c’era. Il Senatore è certamente un uomo d’onore”
Don Domenico si riferisce a una raccolta firme promossa dall’allora An contro l’accoglienza portata avanti dalla sua associazione e si chiede “chi era costui che gli assomigliava tanto? Chi era colui che ha partecipato, sempre in quelle sere, ad un’assemblea, sempre organizzata dalle ‘1000 firme’, al Centro Giovanile di via Labriola? Chi ha appoggiato e sostenuto con prese di posizioni pubbliche quei cittadini? Indaghi Senatore perché la imitava magnificamente”.
Bedin vuole ricordare “che il 2007 fu l’anno dell’ingresso della Romania in Europa e che un centinaio di rumeni si riversarono anche nella nostra città fin dall’autunno 2006”. Rammenta poi “che l’unico luogo di accoglienza in quel tempo era la mia povera realtà e che Lei, così potente perché Senatore della Repubblica non si fece mai vedere né per un consiglio e neppure per un aiuto”.
“Ora – conclude – questi Rumeni, Albanesi e Nigeriani, che un tempo erano così molesti ora sono elettori ricercatissimi non è vero?”
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