Cronaca
31 Maggio 2024
L'imputato, un 50enne di nazionalità nigeriana, è atteso davanti alla Corte d'Assise per il 5 dicembre. Il suo legale, l'avvocato Giovanni Sorgato: "Ci difenderemo"

Abbandonò ovulatore morto lungo la strada. Va a processo tra le lacrime

di Davide Soattin | 3 min

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Andrà a processo il 50enne nigeriano Victor Chukwuyekwu Obileme, oggi accusato di omicidio volontario aggravato e trasporto di sostanze stupefacenti per la morte del 33enne connazionale Solomon Okocha che, a marzo 2020, sulla Statale 16 nei pressi di Monestirolo, fu trovato senza vita lungo il ciglio della strada, dopo che uno degli ovuli di eroina che trasportava nella pancia si ruppe.

La decisione è arrivata ieri (giovedì 30 maggio) dopo circa tre ore di udienza da parte del gup Danilo Russo del tribunale di Ferrara, che ne ha disposto il rinvio a giudizio davanti alla Corte d’Assise presieduta dal giudice Piera Tassoni.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, il 10 marzo 2020, mentre Obileme e Okocha si trovavano a Torino, l’odierno accusato avrebbe incaricato la vittima di trasportare nel proprio stomaco oltre 466 grammi di eroina suddivisi in 39 ovuli, ingurgitati e nascosti tramite la tecnica dei “body-packers“, fino a Ferrara, dove sarebbero poi stati immessi nel commercio della droga cittadino.

Durante il viaggio però qualcosa sarebbe andato storto e uno degli ovuli si sarebbe danneggiato con la conseguente dispersione di circa 6 grammi di eroina, che poi causarono la morte di Okocha per una letale ostruzione intestinale e un’intossicazione acuta da sostanze stupefacenti.

Nonostante i dolori lancinanti e i sintomi intossicazione da eroina, intorno alle 6.30 dell’11 marzo, giorno della morte, la vittima si presentò comunque a casa di Obileme per l’evacuazione e la successiva consegna degli ovuli. Ma lì, in quella circostanza, per la Procura, l’uomo non avrebbe chiamato i soccorsi, che avrebbero potuto salvargli la vita, accettando così il rischio del decesso di Okocha.

Il cadavere dell’uomo poi, secondo gli inquirenti, sarebbe stato trasportato e abbandonato lungo la SS16.

A dare impulso alle indagini è stata l’operazione «Green Road» che, condotta dalla guardia di finanza di Trieste, lo scorso febbraio, aveva portato all’arresto di 18 persone di nazionalità nigeriana in Friuli, Veneto, Piemonte, Toscana ed Emilia-Romagna.

Di queste, sei finirono in manette proprio a Ferrara. Ma ciò che emerse dalle intercettazioni ascoltate dai finanzieri non riguardò direttamente il solo traffico di droga.

Tra le telefonate rintracciate dalle Fiamme Gialle, infatti, spiccò una conversazione tra due soggetti che parlavano di un corriere morto durante il trasporto di un carico, poi abbandonato esanime a bordo strada dai complici lungo un’arteria tra Ferrara e Bologna.

I due interlocutori non si erano soffermati sui particolari, ma il tragico evento era riconducibile alla rottura di uno degli ovuli che lo straniero trasportava nella pancia, proprio come nel caso di Okocha. Da lì, la trasmissione dei fascicoli dalla Procura di Trieste a quella di Ferrara e l’inizio delle indagini da parte degli uffici di via Mentessi, al fine di fare luce sull’attività e avviare ulteriori accertamenti sulla stato della criminalità organizzata nel Ferrarese e sulla morte del 33enne nigeriano, a partire dall’iscrizione nel registro degli indagati e la successiva richiesta di processo per Obileme.

Ci difenderemo” ha detto a fine udienza preliminare l’avvocato Giovanni Sorgato, il legale che difende Obileme, anche lui presente in aula in lacrime.

L’inizio della fase dibattimentale del processo è fissato per il 5 dicembre.

 

 

 

 

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