Copparo
27 Maggio 2024
Il sindaco di Copparo e candidato per la rielezione replica alle accuse dell'associazione culturale di aver 'sminuito' il ruolo del De Micheli

Pagnoni replica alla Zona Franca: “Adesso il teatro è di tutti”

di Redazione | 3 min

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Copparo. Alle contestazioni sulla gestione del Teatro comunale De Micheli di Copparo, avanzate dalla Zona Franca, risponde il sindaco di Copparo Fabrizio Pagnoni, tirato in ballo dall’associazione culturale con l’accusa di aver “cancellato di fatto un’esperienza di collaborazione e coesione tra le diverse istituzioni deputate alle attività culturali ed educative”.

Il sindaco uscente, candidato per la riconferma, nella sua replica sottolinea in premessa di non aver mai risposto alla Zona Franca “perché non è un’associazione: non si è mai iscritta al registro degli enti del terzo settore, semplicemente perché si è costituita per fare opposizione extraconsiliare, o meglio in vece dei consiglieri, sotto la veste di associazione culturale”. Ora la risposta invece arriva perché “si è scoperta, visto che la presidente dell'”associazione” è candidata nelle file del Pd”.

“Innanzitutto – aggiunge Pagnoni – è innegabile che questi amanti della cultura non frequentano il teatro da un quinquennio. Se ne ricavano due considerazioni: evidentemente non amano poi tanto il teatro copparese, in secondo luogo non lo vivono e non sanno. Saprebbero infatti che il De Micheli è ed è sempre stato un luogo aperto: non vado molto indietro nel tempo citando nell’ultima settimana in teatro il convegno sulla Legge Caivano del Cfp Cesta, il progetto Hackathon dell’Istituto Comprensivo e il saggio di danza di Soul Ballet. Tutti trovano casa in teatro, dai corsi per i bambini alle esibizioni degli artisti locali, cito solo il concerto di Antonio Rolfini e le compagnie teatrali del territorio che, in apertura e chiusura di stagione, registrano presenze a quattro cifre.
Una direzione artistica specializzata ci ha consentito di vantare in cartellone anteprime nazionali e regionali ed esclusive di stagione, oltre a inserirci in rete con altre realtà: un’operazione vantaggiosa sia per la valorizzazione del comunale sia per l’accesso a bandi regionali, che finanziano ad esempio le domeniche a teatro per le famiglie, ad ingresso gratuito”.

“Spiace constatare invece – precisa il sindaco – che la Zona Franca imputi una cifra di spesa (84mila euro) alla sola gestione esterna, mentre in realtà è comprensiva anche dei cachet degli artisti. Si chiama strumentalizzazione. E così per il numero degli spettatori ci si ostina a puntare il dito contro una stagione che, purtroppo, ha scontato le difficoltà del Covid (inutile fingere che non sia esistito!), con tutto ciò che ha comportato. Si chiama mistificazione
Pur a fronte di questi importanti obiettivi, che hanno posto il teatro al centro fisicamente e culturalmente, la spesa è stata razionalizzata: in un anno “regolare” (non post pandemia) come il 2023 abbiamo impegnato 344mila euro, mentre nell’ultimo anno del mandato precedente sono stati spesi 446mila euro, con un risparmio di poco meno di 100mila”.

Pagnoni spiega inoltre che per avvicinare più persone al teatro si è introdotta una riduzione del 30% delle tariffe, prima per molti inaccessibili. E rivendica che “questa invece si chiama apertura e promozione dell’attività teatrale e culturale. L’utenza è dunque in aumento, mentre ha segnato un vero l’exploit il teatro ragazzi con l’adesione di migliaia di studenti di tutto il territorio dell’ex mandamento”.

“Spiace anche – conclude – che una “associazione” culturale non comprenda l’importanza del teatro diffuso nei giardini delle scuole e nelle frazioni, l’intitolazione della stagione dialettale al nostro Alfio Finetti con la mostra permanente nel ridotto, la presenza attiva dell’Orchestra Sinfonica d’Este, la coproduzione con la Fondazione Teatro Borgatti di Cento “Viva Verdi”. Se non si comprende il valore culturale di queste attività è certo meglio che la Zona Franca continui a fare ciò che ha sempre fatto: politica”.

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