Copparo
26 Maggio 2024
L'associazione culturale torna a protestare contro la scelta dell'Amministrazione "di cancellare di fatto un’esperienza di collaborazione e coesione tra le diverse istituzioni deputate alle attività culturali ed educative"

La Zona Franca: “Il Teatro De Micheli deve tornare alla comunità”

di Redazione | 3 min

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Copparo. L’associazione culturale La Zona Franca torna sui problemi del territorio copparese e in particolare sulla questione del Teatro comunale De Micheli, già segnalata cinque anni fa nel corso di una manifestazione davanti allo stesso teatro contro “la scelta, compiuta dalla neonata Giunta presieduta dal sindaco Pagnoni, di smembrare il Settore Cultura, di cancellare di fatto un’esperienza di collaborazione e coesione tra le diverse istituzioni deputate alle attività culturali ed educative. La vittima più illustre: il Teatro De Micheli”.

“Abbiamo atteso mesi – spiega Patrizia Lucchini per La Zona Franca – per capire quale destino venisse riservato alla nostra più importante istituzione culturale e il risultato è sotto gli occhi di tutti: un teatro tristemente chiuso per la maggior parte del tempo. Tutti noi abbiamo ben presente che cos’era il nostro teatro: la casa di tutti, sempre aperta alle richieste delle associazioni, della scuola primaria, delle famiglie. Chi non ricorda le entusiasmanti domeniche in famiglia, o la ricchezza delle stagioni di Teatro Ragazzi? Per non dire dell’ospitalità offerta per lo svolgimento delle lezioni e dei saggi della Scuola di Musica Varos Zamboni (pochi anni fa cacciata dagli ambienti teatrali, nei quali era ospitata da tempo) o delle numerose rappresentazioni locali da parte di associazioni del territorio”.

“Qualcuno, in passato – continua Lucchini – ha accusato l’Amministrazione Comunale di destinare eccessive risorse economiche al Teatro. La Giunta Pagnoni ha dichiarato, fin dall’inizio, che avrebbe razionalizzato la spesa, diminuendo i costi della gestione culturale e teatrale. Di sicuro ha drasticamente tagliato l’offerta in quest’ambito. Però forse tutto questo risparmio non c’è stato. Osservando attentamente i bilanci a favore del Teatro per la stagione 2021-2022 rileviamo che il contratto di affidamento all’agenzia esterna è costato oltre 84.000 euro. Vediamo poi che l’insieme degli 8 spettacoli in cartellone per la stessa stagione ha prodotto 978 spettatori, per una media di 122 a serata. Decisamente un numero esiguo (considerando che la capienza del teatro è di 434 posti!), a cui corrisponde un’entrata economica modesta, di certo inferiore a quella delle passate stagioni, che hanno spesso visto il tutto esaurito”.

“Il sindaco Pagnoni, nel fascicolo elettorale distribuito in questi giorni – osserva Patrizia Lucchini – vanta una serie di interventi a favore del De Micheli, come a dirci che in realtà il teatro ha ricevuto dall’amministrazione attenzioni e finanziamenti consistenti. A noi pare che dentro quel capitolo ci sia molto fumo e poco arrosto, e che anche l’arrosto non sia gran che. Anzitutto la direzione artistica esterna pare aver prodotto molto poco, se si pensa che al di là di stagioni di prosa e rassegne per bambini riproposte anche negli altri teatri della provincia, è mancato totalmente il coinvolgimento e la partecipazione dei copparesi alla vita del teatro. Per non parlare delle decantate collaborazioni con altri Enti per la concertistica, la musica, eccetera; è evidente che si è trattato di offerte di ospitalità, tra l’altro a carico del Comune, ad associazioni lontane dalla nostra comunità, che hanno semplicemente beneficiato di un ambiente a loro consono. Il sindaco ha poi ritenuto di porre, tra gli interventi riguardanti il De Micheli, altre iniziative (Arena estiva, Teatro Scuola nei giardini delle scuole d’infanzia, mostra dedicata ad Alfio Finetti) che nulla hanno a che fare con il Teatro come struttura e come ambiente dedicato. Un po’ poco, ci pare, per un arco di tempo di cinque anni. Cinque anni in cui i cittadini di Copparo hanno visto il loro teatro trasformato in un ambiente chiuso, deserto, praticamente abbandonato”.

“Noi de La Zona Franca abbiamo avuto ed abbiamo a cuore la sorte del nostro teatro. E’ ora che torni ad essere quello che era nei suoi anni migliori: un luogo di eccellenza, ma anche di aggregazione, di partecipazione attiva alla vita sociale e culturale della comunità”.

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