di Barbara Vincenzi*
Gentile Assessore Marco Gulinelli, rispondo all’intervento della campagna elettorale, da lei tenuto nei giorni scorsi, sottolineando che il suo discorso e le tante cose affermate sono molto distanti dal mio pensiero e non corrispondono in alcun modo a ciò che ho visto e vissuto in questi anni.
Ci sono degli aspetti della Cultura a Ferrara completamente trascurati: l’Istituto di Studi Rinascimentali è praticamente scomparso e nessuno prosegue le ricerche, il Direttore è introvabile, con la spiacevole conseguenza che alcune indagini, come le attribuzioni aperte, ad esempio quella di Donato a Bramante e al suo soggiorno a Ferrara rimangono ferme e oscurate, mentre se studiate riscriverebbero l’intera storia rinascimentale della città anche in virtù dell’influenza che potrebbe aver avuto sul nostro storico architetto Biagio Rossetti.
Medesima situazione, per la figura chiave di Renata di Francia a Ferrara, e la sua influenza sull’arte del ‘500 Ferrarese. Donna dimenticata, figlia Luigi XII re di Francia e di Anna di Bretagna; sposò (1528) Ercole II d’Este e con la sua fede calvinista e una ricca corte francese portò a Ferrara nuovi fermenti culturali che molto hanno influito sugli artisti che gravitavano nella corte Estense. Figura che andrebbe approfondita andando così a smentire alcune certezze della nostra storia estense. Un aspetto che non trovo poco rilevante, ma essenziale, di cui nessuno se ne occupa, ma, darebbero nuovo lustro alla storia della città Estense.
Parlare in secondo luogo di apertura e di una visione internazionale di Ferrara mi sembra altrettanto poco veritiero se ci riferiamo solo al concerto di Springsteen. Non sono contraria ai concerti o altre manifestazioni che ho ritenuto interessanti, ma non vanno assolutamente tralasciati altri aspetti della cultura.
Il Palazzo dei Diamanti a parte rare eccezioni rilancia le mostre ‘Pacchetto’ viste e straviste in altre città, come ad Esempio Escher che nel giro di pochi anni è stata presentata a Bologna, a Roma, Firenze e in altre città. Questa si chiama show package (mostra pacchetto già confezionate) che, dopo aver fatto il giro d’Italia, viene riesposta Ferrara. Per quale motivo? Di artisti importanti e riconosciuti ce ne sono molti, ma queste sono già ‘pronte’ e comportano meno lavoro, meno studio e fungono da specchietto per le allodole.
Riproporre nuovamente la mostra di Nino Migliori, fotografo eccezionale, che ha alle spalle centinaia di mostre tra cui una recente al Mambo di Bologna (2021) e scelto con lo stesso criterio delle mostre di Escher o Banksy. Questo significa non avere una idea di una programmazione di ricerca, ricca e unica, visitabile solo a Ferrara.
Tutti amiamo lo svago, ma queste iniziative sono solo di forte richiamo e che da sole non bastano per essere Internazionali. In quanto al suo citato lavoro di squadra e collaborazioni, rispondo che non ho riscontrato alcuna forma di cooperazione e partecipazione Le mie proposte e quelle di tante altri sono state ignorate e le poche volte in cui avveniva la risposta via mail o telefono, sono state liquidate con ‘non ci sono luoghi o spazi disponibili’. Imbarazzante!
In ultimo mi permetto di dire che a Ferrara non esiste alcun spazio adibito all’Arte Contemporanea: l’ultimo accessibile era il PAC che a breve diventerà Spazio Antonioni. Un Museo che era importante creare, ma non a scapito dell’unico luogo in cui poter vedere Arte Contemporanea e che negli anni aveva già seppellito la storia di quel Padiglione in cui tra la fine degli anni’70/’80 era il Centro Video Arte aveva dato in quegli anni un respiro Internazionale a Ferrara. Insomma si apre uno spazio chiudendone un altro?
Non esiste un Polo di Arte Contemporanea e neppure uno spazio in cui su progetto e selezione si possono organizzare eventi. Nulla. Non esisto spazi e luoghi dove portare l’arte Contemporanea, se non un paio di gallerie private, forse perché non piace a qualcuno?
E pensare che Ferrara è nota per il Rinascimento e per il Centro Video Arte: deludente dover vedere che su entrambi i fronti citati non si fa più nulla.
Mi auguro solo che questo mio scritto non sia visto solo come polemico ma al contrario ricco di spunti su cui riflettere, perché sembrerebbe che in questi cinque anni siamo andati nella direzione opposta ad un ‘Nuovo Rinascimento’ della città Estense.
*Candidata Lista Civica Anselmo
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