Grande “amarezza e contrarietà” è quello che prova il gruppo di cittadini di Villanova “che da anni si oppongono alla realizzazione del megaimpianto per la produzione di biometano” dopo l’incontro elettorale organizzato dal sindaco Alan Fabbri nella serata di mercoledì 8. Probabilmente vedevano in quel momento l’ultima possibilità di avere un confronto.
“L’invito – scrivono – ad un incontro con i cittadini poteva lascia pensare alla possibilità che fosse coinvolta tutta la comunità, di essere informati e aggiornati su come sta evolvendo il progetto”. Inoltre “era legittima l’aspettativa che fossero almeno delineate e condivise le problematiche più pressanti del vivere quotidiano in questo territorio, le scelte fatte finora e le ipotesi di intervento future”.
Una scelta, quella del sindaco, “pur legittima di rapportarsi attraverso un breve comizio elettorale, ha tolto a noi ogni aspettativa altrettanto legittima di confronto”.
Succede da tempo che “il sindaco, con la sua giunta, presente quasi al completo al comizio, ha fatto la scelta di negare alle cittadine e ai cittadini, un confronto che chiedono da tempo e che lui stesso ha promesso”. Ha scelto “di contrapporsi ancora una volta etichettando come parte avversa politicamente noi che continuiamo a chiedere legittimamente quali tutele ha messo in atto per salvaguardare la salute e la sicurezza degli abitanti di questo territorio; ci ha indotti a sentirci estranei a casa nostra”.
Un confronto a cui hanno già preso parte, come candidati, Anna Zonari e Fabio Anselmo mentre, fanno sapere i cittadini è invitato anche Daniele Botti.
Nessuno ha chiesto loro “di risolvere da un giorno all’altro i problemi o di fare facili promesse elettorali”. Ciò che però è fondamentale per loro è “riuscire a formalizzare i bisogni più pressanti e a volte poco condivisi”. Quello con i candidati “è stato un assaggio” della possibilità “di riuscire a farsi ascoltare come comunità, di andare oltre la soluzione di piccoli problemi individuali o contingenti, di intravvedere cambiamenti più importanti e di qualità”.
In questi due anni e mezzo invece “a nulla è valso aver dimostrato che le nostre richieste sono state rivolte a tutti gli enti, le istituzione e le agenzie coinvolti nell’autorizzazione della centrale biometano”. A tutti “abbiamo chiesto conto degli aspetti e dei passaggi che riteniamo tuttora essere da approfondire rispetto ad un intervento che cambierà in maniera irreversibile il nostro territorio e del quale non conosciamo a sufficienza le ricadute”.
Il sindaco ha invece “scelto di non stare dalla parte delle persone che qui vivono, che qui hanno investito le loro migliori energie, che qui hanno deciso di fare figli o cercano di vivere serenamente nelle loro case ma ha ritenuto non necessario informare ed attribuire ad altri ogni responsabilità”.
“Il coinvolgimento preventivo – fanno notare – di tutti i residenti in questo tipo di interventi è un obbligo previsto dalle leggi, da quelle europee alla normativa regionale. Nessuno ha chiesto alla Società che ha presentato il progetto, e alla attuale proprietario la Vornbioenergy Italia, a cui è stato riconosciuto un finanziamento di 13 milioni di euro derivanti dal Pnrr, di tener fede a questi obblighi. Territori di conquista e che vinca il più forte”.
“Conosciamo – concludono – la complessità delle leggi che regolano gli interventi in materia energetica, conosciamo la forza delle società che decidono di impiantare queste attività finanziate con fondi pubblici e con scarsissime ricadute economiche sui territori ma quale aspettativa è più legittima di quella di sentirsi tutelati dalla amministrazione che ha il compito di governare la nostra città e quelle che ormai chiamiamo con enfasi le Frazioni?”
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