Politica
3 Maggio 2024
D'Antoni (Filctem Cgil): "Invece di pensare a contributi a fondo perduto l'Amministrazione indirizzi attraverso la sua quota azionaria le politiche industriali a tutela dei lavoratori e delle persone"

Sciopero Hera e possibile vendita azioni del Comune di Ferrara

di Redazione | 4 min

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di Antonio D’Antoni*

Oggi ci troviamo in una situazione che dalla sua fondazione il Gruppo Hera non aveva mai vissuto: tutti i lavoratori del Gruppo, indipendentemente dal contratto di appartenenza, hanno dato mandato a Filctem e Fp CGIL, Femca, Flaei e Fit CISL, Uiltec e Uiltrasporti UIL e Fiadel, di proclamare una giornata di sciopero il 6 maggio p.v.

Pertanto tutti i lavoratori di tutti i territori di competenza della multiutility, sciopereranno con presidi davanti alle sedi aziendali di Bologna, Padova e Trieste.

Davanti alla miope visione dell’azienda che sta pensando troppo e solo alla distribuzione di enormi dividendi agli AZIONISTI, che siano i Comuni e/o i fondi private equity stranieri, disattendendo la sua stessa genesi, ossia il servizio pubblico per i cittadini e lo sviluppo di buon lavoro per i propri dipendenti diretti ed indiretti, oltre alla salute e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini stessi. I temi sono di quelli importanti che toccano non solo i dipendenti per ciò che riguarda lo sviluppo professionale, organici ridotti rispetto all’aumento dei carichi di lavoro, orario di lavoro, remote working, la partenza da casa con destinazione sul cantiere ma anche l’indotto, al protocollo appalti, i perimetri contrattuali applicati. La priorità della sicurezza sul posto di lavoro non deve essere ignorata, cosa che a nostro parere sta succedendo in questo ultimo anno in Emilia Romagna con la nuova organizzazione della reperibilità Reti[…]

Purtroppo la politica aziendale in questo ultimo periodo è sempre più orientata alle esternalizzazioni dei servizi con irreparabile perdita di competenze e professionalità e con sempre meno investimenti interni come innovazione e adeguamento degli organici, che garantirebbero la salute e sicurezza delle maestranze e manterrebbero livelli di eccellenza nei servizi per l’utenza.

In questo scenario il gruppo Hera continua a creare utili impressionanti che invece di andare a ridurre i costi in bolletta della “signora Maria” che di azionariato e borsa poco ne è avvezza, vanno ad alimentare utili sempre maggiori degli azionisti pubblici e privati.

Singolare, dopo quanto fin qui esposto, vedere che il sindaco di Ferrara Alan Fabbri in un articolo del 25 aprile s.v. azionista al momento del 1,63% delle azioni Hera, al tavolo con i sindacati territoriali non più tardi del 17 aprile s.v. tramite l’assessore Matteo Fornasini in merito a quanto precedentemente esposto, prima ammettesse che i dividendi del gruppo, mai cosi alti nella storia ed anacronistici nel panorama azionario facessero comunque comodo per le necessità di bilancio, poi, a distanza di 8 giorni pubblichi, illogicamente, in una lettera aperta sulla stampa, che le azioni del gruppo Hera potrebbero anche essere vendute, “per un agevolazione contributiva a chi sceglie Ferrara. Una sorta di premio per la fiducia”. Lei dimentica che la maggiore priorità per Ferrara è il lavoro e non dare contributi a fondo perduto.

Facile capire che si tratta di un ragionamento alquanto anacronistico tenuto conto che il dividendo pagato nel 2024 (di competenza 2023): 14,0 euro cent ed un dividendo di competenza previsto nel 2027: 16 euro cent, dati ufficiali del sito del gruppo bolognese. Le quotazioni di aziende sane come Hera hanno buone probabilità di raggiungere somme importanti in valore e dividendi, ed è evidente quindi che vendere sarebbe inopportuno, con uno storico di dividendi che dai 0,035 del 2002 è aumentato di 4,5 volte fino ai 0,125 del 2023 con un rendimento con reinvestimento totale negli ultimi 12 mesi del +32,63% e rendimento del dividendo pagato nel corso degli ultimi 12 mesi del 3,72%. In linea di massima sarebbe meglio evitare di vendere un patrimonio sicuramente redditizio per “Una sorta di premio per la fiducia”.

Hera stima un margine operativo lordo di 1,65 miliardi di euro al 2027, in miglioramento di 355 milioni di euro rispetto al consuntivo 2022. Con riferimento alla politica dei dividendi, Hera ha rivisto al rialzo l’intera politica, ipotizzando già a giugno 2024 la distribuzione di una cedola di 0,14 euro per azione, in crescita del 12% rispetto all’ultimo pagato e superiore alla previsione elaborata nel precedente piano industriale (0,125 euro).

In conclusione, cosi come abbiamo fatto il 17 u.s. con l’assessore Fornasini e negli altri territori con i sindaci azionisti pubblici, visto che la composizione dell’azionariato del Gruppo Hera al 31 dicembre 2023 vedeva 54,2% flottante (quote libere) e 45,8% patto soci pubblici, chiediamo all’attuale sindaco uscente ad elezioni 8 e 9 giugno di quest’anno, che invece di usare la gallina dalle uova d’oro per fare il brodo, indirizzi attraverso la sua quota azionaria le politiche industriali del Gruppo Hera a tutela dei lavoratori e delle persone, ed utilizzi gli enormi proventi dei dividenti per azioni volte ai cittadini ed al miglioramento dei servizi.

Magari venga con i lavoratori in sciopero davanti ai cancelli il prossimo 6 maggio per confrontarsi e far riflettere il Gruppo Hera perché ritorni ad essere un’eccellenza sia per i lavoratori e le lavoratrici diretti ed in appalto, ma soprattutto per i servizi da offrire ai cittadini e alle cittadine di Ferrara.

*Segretario organizzativo Filctem Cgil Ferrara

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