Comacchio. È finito in carcere, dove dovrà scontare i residui cinque anni della condanna inflittagli dalla Corte di Appello di Bologna per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Nel pomeriggio di ieri (venerdì 19 aprile), i Carabinieri della Stazione di Porto Garibaldi hanno rintracciato presso l’abitazione del fratello, dove si trovava da quasi due anni agli arresti domiciliari, Claudio Orlandini, 49 anni. I militari, dando esecuzione a un ordine di carcerazione emesso il giorno stesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale presso la Corte d’Appello di Bologna, lo hanno portato nel carcere dell’Arginone a Ferrara.
Per lui la condanna è diventata definitiva a seguito del rigetto del ricorso per Cassazione, avvenuto mercoledì 17 aprile.
Orlandini era rimasto coinvolto nell’operazione “Drivers”, iniziata nel marzo 2020 e condotta dai carabinieri di San Giovanni in Persiceto sotto il coordinamento della Dda di Bologna. Un’inchiesta che abbracciò i territori di Bologna, Ferrara e Ravenna, arrivando in Lombardia, e portò a nove misure cautelari in carcere e ad altri 12 indagati in stato di libertà per reati gravissimi legati al traffico di droga in particolare hashish e marijuana.
L’associazione era composta da italiani, albanesi e un equadoregno, residente a Pisa, ancora latitante. Il gruppo si approvvigionava della droga (hashish, marijuana e cocaina) in Spagna tramite pacchi postali, per poi rivenderla al dettaglio in Italia.
Il blitz dei carabinieri vide 19 perquisizioni, anche nelle zone di Cento e di Comacchio, e permise di sequestrare, nelle sette province interessate dall’operazione, 10 kg di hashish, 4 di marijuana, piantine, lampade per essicazione e oltre 250mila euro in contanti, ritrovati in una cassaforte e sotto la culla di un neonato nel ravennate.
Nel luglio 2022 sei componenti dell’associazione vennero condannati in rito abbreviato a pene che andavano dai 4 agli 8 anni e mezzo.
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