Il giudice Marco Peraro ha dichiarato il non luogo a procedere per il processo che vedeva il vicesindaco Nicola Naomo Lodi imputato di diffamazione aggravata nei confronti del direttore di Estense.com Marco Zavagli.

Il capo di imputazione faceva riferimento a un post che Lodi scrisse il 5 maggio 2019. In quelle settimane si era al culmine della campagna elettorale. La redazione aveva fatto sapere a Lodi, per consentirgli adeguati tempi di replica, dell’imminente uscita di un’inchiesta che faceva luce sul suo tormentato passato giudiziario. Su Facebook l’allora segretario comunale della Lega aveva pubblicato un curriculum penale bianco, per dimostrare di non aver mai avuto screzi con la giustizia. In realtà gli inciampi furono numerosi, ma sul certificato amministrativo non comparivano grazie al beneficio della non menzione della pena.

Anziché rispondere nel merito, Naomo era uscito su Facebook per cercare di screditare il nostro giornale, pubblicando – a corredo di intimidazioni e offese – un certificato penale bianco a dimostrazione che si riferiva proprio al nostro futuro articolo. Nel post parlava di “verme” e chiamava in causa direttamente Zavagli: “Ora caro direttore, giornalista o testata… Vi auguro di trovare un secondo di lucidità per capire quanto siete squallidi e opportunisti, così come il partito che da anni vi ingrassa e che a breve vi chiuderà il rubinetto”.

Per l’Associazione stampa dell’Emilia-Romagna e per la Federazione nazionale della Stampa Italiana si trattò di un caso-scuola di minacce e intimidazioni alla libertà di informazione.

Non per il tribunale di Ferrara, che in sede di udienza predibattimentale ha prosciolto l’imputato. Secondo il giudice pronuncia gli elementi acquisiti non avrebbero consentito di formulare una ragionevole previsione di condanna.