Cronaca
17 Marzo 2024
L'ex comandante dei vigili del fuoco Michele De Vincentis era già stato condannato a 8 mesi per lesioni colpose gravissime. Ora dovrà però rispondere di omicidio colposo insieme all'autista del furgone del corriere espresso che causò lo schiacciamento del pompiere

Morte del pompiere Galan. Si rifarà il processo

di Davide Soattin | 3 min

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Si dovrà rifare il processo per la morte di Marco Galan, il vigile del fuoco di Ferrara coinvolto in un grave incidente sul lavoro, scomparso a 58 anni nel dicembre 2021, dopo aver trascorso quindici anni in stato vegetativo.

Il pompiere aveva 43 anni quando, nella giornata del 26 luglio 2006, rimase gravemente ferito all’interno della caserma dei vigili del fuoco di via Giovanni Verga, mentre stava collaudando un cavo che era agganciato a due mezzi fuoristrada. Fu in quella circostanza che il furgone di un corriere espresso ottenne il permesso per entrare nel cortile interno e transitare nell’area del collaudo, agganciando inavvertitamente il cavo che trascinò i due Land Rover, uno dei quali travolse e schiacciò Galan, procurandogli lesioni gravissime alle gambe, al torace e alla testa.

A settembre 2009 il gup Piera Tassoni del tribunale di Ferrara aveva condannato Michele De Vincentis, ex comandante dei vigili del fuoco di Ferrara, a otto mesi – due in più di quelli che aveva chiesto il pm Filippo Di Benedetto – con l’accusa di lesioni colpose gravissime e inosservanza delle norme antinfortunistica per non aver predisposto tutte le misure di sicurezza all’interno della caserma di via Verga.

Nel procedimento fu indagato anche l’autista del furgone perché – secondo l’accusa – aveva tenuto una velocità superiore a quella consentita, ma la sua posizione fu stralciata dopo la remissione della querela nei suoi confronti.

Ora però, dopo la morte di Galan, entrambi dovranno tornare davanti al giudice per un nuovo processo che li vedrà imputati non più per lesioni colpose gravissime, come inizialmente era successo quando il vigile del fuoco era ancora in vita, ma per omicidio colposo.

L’udienza preliminare davanti al gup Carlo Negri è fissata per martedì 19 marzo, quando sia l’ex comandante dei vigili del fuoco di Ferrara che l’autista del furgone – tramite i loro avvocati difensori – decideranno o meno se scegliere riti alternativi.

A Galan, lo scorso 3 maggio, era stata dedicata la rotatoria tra via Aldo Ferraresi e via Carlo Porta, vicina all’entrata del comando provinciale. L’allora comandante dei vigili del fuoco Antonio Giovanni Marchese, che ne aveva proposto l’intitolazione, aveva affermato: “Marco era un uomo e un professionista amato dai colleghi e dalla comunità. Il suo dramma è stato anche il dramma della sua famiglia, di mamma Laura che, nella sofferenza per il figlio ha perso anche il marito Toni, e dei suoi colleghi. Un uomo con una carriera brillante all’interno del Corpo dei Vigili del Fuoco, le sue notevoli capacità l’avevano portato a partecipare alla spedizione italiana in Antartide nel 2005. Marco era un uomo buono, generoso, altruista, amante degli animali e degli aquiloni, che costruiva e con cui partecipava ai vari raduni“.

A concludere gli interventi – prima della proiezione di un video commemorativo – era stata la madre di Marco Galan, la signora Laura. Emozionata e commossa nel ricordare il figlio – di cui si era presa cura per quindici lunghi anni – aveva ringraziato tutti i presenti, soprattutto i colleghi di Marco: “Marco era la cosa più bella che avevo. Manca, ma è sempre con noi“.

 

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