Torna in aula oggi pomeriggio (27 febbraio) alle 14 il processo per il ruspa show al campo nomadi di via delle Bonifiche, avvenuto il 2 ottobre 2019, in cui è imputato il vicesindaco Nicola Lodi che, a bordo di un escavatrice, abbatté alcune baracche a beneficio di obiettivi e telecamere.
A lui, difeso dall’avvocato Carlo Bergamasco, la Procura di Ferrara – titolare del fascicolo di indagine è il pm Ciro Alberto Savino – gli contesta tre capi di accusa.
Dal reato di gestione di rifiuti non autorizzata per aver eseguito un deposito incontrollato di rifiuti pericolosi e non, in cui è coimputato con Marco Sartini, titolare della ditta che ha messo a disposizione la ruspa, a quello di usurpazioni di pubbliche funzioni, dal momento che, in assenza di legittima delega e in contrasto col fine del buon andamento della pubblica amministrazione, il vicesindaco si sarebbe di fatto auto attribuito la qualifica di committente dei lavori al posto dell’Ufficio opere pubbliche del Comune.
Infine, Lodi dovrà anche rispondere della violazione di norme sulla sicurezza del lavoro, dato che secondo l’accusa avrebbe affidato a voce i lavori senza aver predisposto alcuna nomina di coordinatore della sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, come prevede il decreto legislativo 81 del 2008 che disciplina la materia.
Durante l’ultima udienza, quella del 31 ottobre scorso, Lorenzo Poltronieri, presidente del Consiglio Comunale, sentito come testimone davanti al giudice Carlotta Franceschetti, disse che quell’episodio, oggi al centro del procedimento in tribunale, fu “un blitz per fare del cinema, per avere un video” perché “avevamo sempre detto che il campo nomadi sarebbe stata una delle prime cose di cui ci saremmo occupati una volta insediati“.
Oggi saranno sentiti un ingegnere del Comune di Ferrara e altri testimoni della difesa.
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