Ferrara accende la magia: l’albero illumina la Cattedrale – VIDEO
L’albero si è acceso, come da tradizione, nel pomeriggio dell'8 dicembre alle ore 17 davanti alla Cattedrale. La città inaugura il Natale
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Ci sarà un ferrarese alla notte degli Oscar. Fred Kudjo Kuwornu porterà il suo documentario We Were Here – The Untold History of Black Africans in Renaissance Europe
"Free Gaza", "Palestina libera". In concomitanza con l'accensione dell'albero di Natale a Ferrara, davanti alla cattedrale, gli attivisti di Ferrara per al Palestina hanno voluto "accendere le luci" anche sulla Striscia ricordando che "non c'è Natale finché cadono bombe"
Scontro frontale nel tardo pomeriggio in via Bonzagni: due donne ferite e trasportate a Cona, disagi al traffico per i soccorsi
La sala dell'Oratorio San Crispino della Libraccio, nel tardo pomeriggio di martedì 2 dicembre, era piena di volti che quella storia l'hanno fatta davvero. A presentare "Corso Italia 25. La Cgil raccontata da dentro" di Gaetano Sateriale - per oltre trent'anni dirigente sindacale e poi sindaco di Ferrara - c'erano Sergio Cofferati e, in collegamento, Valeria Fedeli, Gianni Cuperlo, Pierangelo Albini moderati dal giornalista Massimo Mascini. Un dialogo fitto, spesso ironico, ma attraversato da una domanda molto seria: che cosa resta oggi di quel sindacato che ha segnato la storia italiana del secondo Novecento?
“Petaloso” sta sparendo, o meglio, così come altri neologismi una volta persa la sua funzione perde anche di importanza e quindi la possibilità di inserirsi nel vocabolario.
Si tratta di una cosa fisiologica attestata da Onli, l’osservatorio neologico della lingua italiana della Treccani, e che oltre alla parola inventata a Copparo dal piccolo Matteo nel 2016 (oggi sicuramente definirlo piccolo non è più corretto ma allora era un bambino delle elementari) ne individua altre.
Già nel 2017 lo Zingarelli l’aveva esclusa dal dizionario perché effimera. Nonostante infatti la celebrità iniziale e le motivazioni con cui la Crusca aveva sostenuto, tramite l’hashtag #petaloso, l’utilizzo nella lingua italiana parlando di “parola ben fatta”.
“La tua parola è bella e chiara”, scriveva la Crusca specificando però che “bisogna che la parola nuova non sia conosciuta e usata solo da chi l’ha inventata, ma che la usino tante persone e tante persone la capiscano. Se riuscirai a diffondere la tua parola fra tante persone e tante persone in Italia cominceranno a scrivere e dire ‘Com’è petaloso questo fiore!’ o, come suggerisci tu, ‘le margherite sono fiori petalosi, mentre i papaveri non sono molto petalosi’, ecco, allora petaloso sarà diventata una parola dell’italiano, perché gli italiani la conoscono e la usano”.
Oltre a petaloso tra le parole in via di sparizione, evidenziate anche dall’agenzia Dire, troviamo molti neologismi coniati in campo televisivo come ‘tronista’ o ‘meteorina’ che però hanno un tracciato diverso rispetto alla parola inventata a Copparo. È infatti evidente come queste parole abbiano una vita delineata dalla necessità di definire figure legate a una trasmissione televisiva e quindi hanno necessità di esistere fin quando qui utilizzate.
Per ‘petaloso’ la situazione è differente, nasce dalla necessità di un bambino di terza elementare di definire un fiore con molti petali e dalla sua insegnate che decide di sottoporre la parola alla Crusca. Nonostante ciò sta sparendo perché, come sottolineava la Crusca nella lettera riportata, è necessario che venga usata da tante persone.
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