L’avrebbe offesa e minacciata, arrivando anche a metterle le mani addosso in due occasioni. Oggi per quei fatti, avvenuti tra lo scorso settembre e l’inizio di febbraio di quest’anno, un ferrarese di mezza età deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della sua compagna, una donna ferrarese coetanea con cui conviveva che, stanca di quella situazione, ha preso coraggio e ha deciso di denunciare tutto alla polizia di Stato, dopo l’ennesima lite.
L’attività investigativa infatti, svolta dalla Squadra Mobile della Questura e coordinata dalla Procura di Ferrara, nasce da un intervento effettuato dagli agenti nei primissimi giorni di febbraio a seguito di un violento litigio tra l’uomo e la donna.
I successivi approfondimenti e le testimonianze raccolte dai poliziotti hanno permesso di costruire un grave quadro indiziario nei confronti dell’indagato, evidenziando le reiterate condotte di violenza, ingiuria e minaccia che lo stesso avrebbe posto in essere per motivi di gelosia, instillando nella vittima un fondato timore per la sua incolumità. Inoltre, in due distinte occasioni, l’individuo avrebbe provocato alla donna alcune lesioni che i sanitari giudicarono guaribili rispettivamente in 15 e 7 giorni.
All’esito degli indagini, l’autorità giudiziaria ha quindi emesso nei confronti dell’uomo la misura cautelare degli arresti domiciliari, che gli impone di non allontanarsi dalla sua abitazione senza l’autorizzazione del giudice.
“La vicenda evidenzia, ancora una volta, l’importanza di denunciare comportamenti di violenza e di intimidazione, poiché solo informando tempestivamente le Istituzioni è possibile intervenire in tempo, prima che simili atteggiamenti possano degenerare in episodi ancora più gravi” sottolinea la Questura.
Ieri (26 febbraio) davanti al gip Silvia Marini, difeso dall’avvocato Renato Jani, l’uomo ha spiegato la sua versione dei fatti. “Abbiamo evidenziato quelle che sono le nostre ragioni” racconta il legale. “Si tratta di un mero litigio familiare tra conviventi per cui la signora ha fatto diversi esposti all’insaputa del mio assistito. Poi, dopo l’ultima denuncia, è intervenuta la Procura, che giustamente ha fatto i suoi approfondimenti e contestualmente quella che può essere definita una sorta di corretta prevenzione“.
“Gli stessi inquirenti – spiega – si sono resi conto che quelli tra il mio assistito e la vittima erano battibecchi che avvenivano nel fine settimana, quando andavano fuori e finivano per alzare il gomito e bere qualcosa in più. Una volta tornati a casa poi la situazione diventava esplosiva in maniera reciproca. Lui metteva le mani addosso a lei che faceva altrettanto. Poi succedeva che i vicini sentissero, si interessassero e arrivavano le forze dell’ordine. In caso di processo siamo quindi convinti di poter far valere le nostre ragioni in giudizio“.
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