Attualità
25 Febbraio 2024
A Ferrara l'appello nella Giornata nazionale di mobilitazione contro i conflitti armati: “L’orrore non deve diventare un’abitudine”

La Rete per la Pace in piazza per dire ‘no’ alla guerra

di Redazione | 3 min

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Tantissima gente nella mattinata di sabato si è radunata in Piazza Cattedrale nel flash mob per dire ‘basta’ alla guerra e al riarmo. Nella Giornata nazionale di mobilitazione nelle città italiane per il cessate il fuoco in Palestina e in Ucraina, e negli altri Paesi in situazioni di conflitto, la Rete per la Pace di Ferrara ha aderito all’iniziativa: il forte messaggio lanciato dagli intervenuti ha catturato l’attenzione della gente che, nonostante l’abituale traffico di automobili in Corso Martiri della Libertà, si è fermata per ascoltare le parole dei manifestanti, per un mondo di pace, sicurezza e benessere.

“Il nostro presidio è una mobilitazione di pace silenziosa, ma vogliamo contestualizzare la nostra presenza qui oggi. Diciamo basta alla guerra. Gli scontri si susseguono sempre di più, iniziano senza finire, e alimentano l’industria e il commercio di armi: Stati e governi non hanno le capacità di prevenire e gestire i conflitti con gli strumenti della diplomazia e della politica. Guerra e barbarie sono le uniche opzioni in campo: è una logica distruttiva che va fermata. Il teatro di guerra globale mette a rischio la sopravvivenza dell’umanità e del pianeta, in un ordine basato sullo scontro e non sulla collaborazione”.

“Le Nazioni sono umiliate, il diritto internazionale calpestato e sostituito dalla potenza militare, barbara logica del conflitto globale: e nessuno ne esce vincitore. In Ucraina ci sono migliaia di morti e profughi, e il Paese è distrutto. E così in Siria, dov’è stata annientata la convivenza religiosa. In Africa il colonialismo schiaccia la democrazia e la libertà. E poi il Medio Oriente: l’attacco di Hamas ha provocato vittime, ostaggi e stupri di guerra, e infine l’assedio di Gaza, con più di 24.000 palestinesi uccisi e la distruzione di scuole ospedali. È un’escalation di crimini che condanniamo: vanno affrontate le cause di questi conflitti culturalmente, con il diritto e il principio di autodeterminazione dei popoli”.

“Serve un percorso di pace globale per fermare la follia delle guerre”, proseguono gli intervenuti. “Uniamo le forze e assumiamoci le responsabilità per evitare una guerra nucleare. Abbiamo il compito di costruire insieme una società globale pacifica, non violenta, per consegnare alle future generazioni un pianeta migliore di quello che abbiamo ricevuto. Non può esserci giustizia sociale e climatica in un mondo che usa le risorse per la morte e non per la vita: i diritti sono calpestati e i colpevoli rimangono impuniti. L’orrore non deve diventare un’abitudine: mobilitarsi oggi significa affrontare le sfide globali, pena la distruzione dei diritti, della convivenza e della democrazia”.

“Diciamo ‘no’ al riarmo e alla guerra, per un mondo di pace e sicurezza: le istituzioni italiane ed europee scelgano la via della pace”, concludono i manifestanti. “Si riconverta l’industria bellica, che trae profitto dalle guerre, si lasci il libero accesso agli aiuti umanitari, e si riconosca lo Stato di Palestina. E così si ponga fine al conflitto in Cisgiordania, e all’occupazione russa in Ucraina”.

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