Cronaca
15 Febbraio 2024
Il commento del presidente della comunità ebraica ferrarese Fortunato Arbib sui ventiquattro che hanno inneggiato a Hitler e Mussolini nel ristorante di via Carlo Mayr. Le parole di Anselmo e Fabbri

“Forse c’è un mondo sommerso di cui non abbiamo mai avuto notizie”

di Davide Soattin | 3 min

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Spavento, ma anche sconforto e sconcerto. C’è tutto questo nelle parole di Fortunato Arbib, presidente della comunità ebraica di Ferrara, contattato telefonicamente da Estense.com dopo le perquisizioni domiciliari svolte dagli uomini della Polizia di Stato a seguito dell’inchiestaBravi Ragazzi‘ che, coordinata dalla Procura, attualmente vede ventiquattro persone indagate per apologia del fascismo, istigazione all’odio razziale, minaccia e vilipendio alle forze armate.

“Sono sconcertato per quanto accaduto, soprattutto perché a Ferrara non è mai successo un fatto simile, e mi chiedo quindi se ci sia un sommerso di cui non abbiamo mai avuto notizie” esordisce Arbib, che ha appreso la notizia dalle pagine dei giornali.

“Si è trattato di un caso isolato o strutturato?” si domanda, affermando successivamente che “solo l’indagine in corso ce lo dirà”. Per questo motivo, prosegue, “attendiamo informazioni da parte della Digos, ma il numero alto di indagati fa pensare a qualcosa di organizzato“.

“Ciò che è certo è che mi sento in apprensione per le ripercussioni che ci potranno essere sulla nostra comunità e sui cittadini ebrei ferraresi. In queste ore il mio telefono è bollente, sto ricevendo telefonate degli iscritti che mi chiedono rassicurazioni. Non ho parole, sono attonito” conclude il punto di riferimento della comunità ebraica in città.

L’avvocato Fabio Anselmo, candidato per il centrosinistra, aggiunge a proposito: “Dalle parole ai fatti purtroppo il passo è breve. I fatti delle cronache giudiziarie di oggi lo testimoniano. Non intendo in alcun modo giudicarli. Rilevo soltanto che si tratta per lo più di giovani. Non v’è dubbio alcuno che si tratta del frutto di un’evoluzione, malata, di una ‘cultura’ anch’essa malata. Una ‘cultura’ di odio e discriminazione fatta magari di episodi in sé leciti ma moralmente inaccettabili”.

“Un pensiero comune – prosegue – che si vuol far diventare unico che permette di inneggiare al fascismo ed al nazismo in nome della libertà di opinione. Che rende accettabile il fatto che un cittadino che si trovi al Teatro alla Scala di Milano venga sottoposto ad identificazione da parte delle Forze dell’Ordine per il solo fatto di aver urlato, dopo l’esecuzione dell’inno nazionale, ‘Viva l’Italia Antifascista’, aggiungendosi a tutti coloro che avevano appena urlato “Viva l’Italia!”.

“Diamo a questi ragazzi nuovi valori. Non permettiamo che rimangano asfissiati nella rabbia del vuoto che offre loro la nostra generazione. Essi sono il frutto di ciò che siamo noi. Diamo loro un modello di vita diverso ed occasioni di incontro nobili. È troppo facile criminalizzarli se essi compiono quel breve passo in più che vede trasformarsi in reato tutto ciò che, viceversa, con le semplici parole viene considerato lecito ed addirittura premiante. Provo tanta tristezza di fronte a tutto ciò ed anche, sì, rabbia” conclude.

Condanna per quanto accaduto arriva anche dal sindaco Alan Fabbri: “Ci uniamo nel condannare fermamente ogni atto di intolleranza e violenza. Ferrara, città che si fonda su valori di rispetto, inclusione e coesione sociale. Siamo al fianco delle forze dell’ordine e della magistratura per garantire supporto“.

Il primo cittadino crede nell’educazione come strumento per poter arginare il fenomeno, soprattutto perché gli indagati sono tutti giovani tra i venti e i trenta anni: “Un elemento ulteriormente doloroso che ci impegna, come comunità, a rinnovare l’impegno su quanto stiamo già facendo, e che continueremo a fare, con progetti educativi dedicati alle scuole ed eventi pubblici per ribadire che Ferrara combatte ogni forma di discriminazione, si riconosce nei principi della Costituzione e ripudia con fermezza ogni ideologia connessa al fascismo e al nazismo“.

 

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