di Elisa Fiorini
Decine e decine di persone hanno manifestato davanti alla prefettura contro i Cpr in Emilia-Romagna e in Italia. Cartelli, striscioni e bandiere, alcuni esponenti del mondo politico cittadino tra cui Ilaria Baraldi – consigliera del Partito Democratico – e Sergio Golinelli di Sinistra Italiana, oltre che una cinquantina di associazioni promotrici dell’iniziativa, tutti uniti per dire stop alla costruzione dei Centri di Permanenza per il Rimpatrio, nel ricordo di Ousmane Sylla, ragazzo guineano morto suicida nel Cpr di Ponte Galeria a Roma.
“Se un giorno dovessi morire, vorrei che il mio corpo fosse portato in Africa, mia madre ne sarebbe lieta. I militari italiani non capiscono nulla a parte il denaro, mi manca molto la mia Africa e anche mia madre. Non c’è bisogno di piangere su di me, la pace sia con la mia anima e che io possa riposare in pace“. queste sono le ultime parole del giovane, lette in apertura del presidio.
Dire basta all’apertura di nuovi Cpr, chiudere quelli esistenti: è questa la richiesta fatta dai manifestanti nella mattinata dell’8 febbraio, che descrivono questi luoghi come “contesti di limitazione della libertà personale per persone senza permesso di soggiorno”. “Si tratta di politiche repressive volte a disumanizzare le persone: i Cpr, come è stato spiegato, sono solo la punta di un iceberg che nasconde una serie di diritti umani e civili che la società non è in grado di garantire”. “Diritti che sono anche i nostri, perché lo straniero siamo noi”, è stato detto ai microfoni.
Durante la manifestazione, è stato effettuato anche il collegamento in parallelo con il presidio contro i Cpr che si stava svolgendo nella città di Bologna: i due gruppi di protesta si sono uniti per fornirsi reciproco supporto nel sostenere la lotta per la quale combattono entrambi in prima fila, unendo le proprie forze e le proprie voci. Alle 12 poi una delegazione delle persone presenti è stata ricevuta dal prefetto Massimo Marchesiello per esprimere la loro contrarietà alla costruzione di un Cpr non solo nella città di Ferrara, ma in tutta l’Italia.
La prossima mobilitazione regionale si svolgerà il 2 marzo a Ferrara.
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