Economia e Lavoro
24 Gennaio 2024
Protestano contro la Pac che è diventata la politica “dei paletti” e delle regole che non tengono conto della realtà delle aziende e dei territori

Cia. Agricoltori in strada ad Argenta con i loro trattori

di Redazione | 4 min

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I produttori agricoli ferraresi di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara sono scesi in strada con i loro trattori per protestare contro la Politica Agricola Comune (Pac), la serie di misure che vengono decise in Europa a sostegno delle aziende agricole e che, almeno in teoria, dovrebbero aiutare la produttività e la crescita delle aziende. Invece, hanno sostenuto oggi gli agricoltori che sono arrivati con il loro trattore ad Argenta, circa una cinquantina da tutta la provincia, la Pac è ormai la politica “dei paletti” e delle regole che non tengono conto della realtà delle aziende e dei territori. La principale richiesta, sostenuta da Cia-Agricoltori Italiani e da una petizione che sta ottenendo adesioni trasversali a tutto il mondo agricolo, è di eliminare, con effetto immediato, la norma che obbliga gli agricoltori a sottrarre il 4% dei terreni alla produzione di alimenti in un contesto internazionale di carenza di cibo e risorse alimentari.

Un cambiamento della norma necessario, secondo Stefano Calderoni, presidente di Cia-Agricoltori Italiani Ferrara che, proprio durante la manifestazione ha spiega come come si sia organizzata “una protesta forte ma costruttiva perché, pur capendo le ragioni dei gruppi che hanno protestato nei giorni scorsi a Bologna, non vogliamo solo far sentire la nostra voce ma anche incidere sulle decisioni che verranno prese a livello politico con delle proposte e delle sollecitazioni per il cambiamento”.

“Sicuramente – aggiunge – la mobilitazione di oggi, organizzata davvero in pochissimo tempo cogliendo una richiesta spontanea degli agricoltori, dimostra che siamo arrivati al limite o meglio a un punto di svolta: o si cambia o l’agricoltura e le aziende sono destinate a scomparire, lasciando che la terra vada in mano a fondi speculativi che nulla hanno a che vedere con il settore agricolo”.

Secondo il presidente di Cia ci sarebbe “a rischio un patrimonio agricolo dal valore incalcolabile dal punto di vista economico, sociale e ambientale, sacrificato in nome di una sostenibilità che non può essere ottenuta a discapito dell’agricoltura. Gli agricoltori, peraltro, sono i primi a tutelare l’ambiente, sottraendo anidride carbonica e impegnandosi a coltivare in maniera sostenibile”. Infatti “l’architettura verde della nuova Pac, invece, va nella direzione opposta, considerando noi produttori come un ‘problema’ a tutto svantaggio della produzione italiana e del Made in Italy”.

“La protesta di Cia-Agricoltori Italiani – dice sempre Calderoni – è partita da Ferrara perché la nostra provincia è a forte vocazione agricola e le nostre aziende stanno pagando un prezzo altissimo in termini di perdita di produttività. Penso alla tragica perdita di prodotto e superfici di pere ma anche agli altri comparti che soffrono a causa di decisioni prese a migliaia di chilometri da qui”.

Solo chi vive nei campi ogni giorno e chi amministra da vicino i territori – aggiunge – si rende conto davvero delle esigenze degli agricoltori e in tal senso ringrazio il sindaco di Argenta, Andrea Baldini, che ci ha portato la sua solidarietà ed è sempre molto attento alle esigenze del settore agricolo. Ci tengo però chiarire un punto fondamentale: non si tratta di una protesta che riguarda solo il settore agricolo ma tutti coloro che vogliono mangiare prodotti sani e controllati”.

“Con questa politica europea – conclude Calderoni – il rischio concreto è, infatti, che ci sia una prevalenza di prodotti agricoli importati da paesi che non seguono i nostri disciplinari produttivi, quelli che ne garantiscono sicurezza e salubrità. La mobilitazione non si ferma qui: continueremo a protestare a tutti i livelli fino alla cancellazione della norma che ci costringe a rinunciare al 4% della superficie produttiva e finché, a livello italiano ed europeo, non si tornerà a dare valore alle nostre aziende e ai prodotti d’eccellenza che produciamo ogni giorno, custodendo il territorio e l’ambiente”.

Sulla stessa linea anche il sindaco Baldini che parla di “una protesta ampiamente condivisa, che vuole segnalare una crisi che si sta ampliando da parecchio, e chiedere la revisione della Politica Agricola Comune europea”. “L’ambiente – continuna – deve essere tutelato, lo dice l’Europa con la Pac e con il Green Deal europeo e lo dicono gli agricoltori, che vivono le nostre campagne, le tutelano e oramai sempre più subiscono gli effetti del cambiamento climatico“.

Baldini capisce che “un’azienda agricola ha cicli più lunghi di quelli della politica, e sette anni di programmazione (quelli delle politiche europee) non sono niente per chi pianta un frutteto, apre una stalla o programma i cicli di un’azienda agricola. La direzione indicata è quella giusta, però la velocità con la quale questo cambiamento è imposto è difficilmente gestibile, e quello che può succedere alle aziende è proprio ‘schiantarsi’. Come si può, giusto per fare un esempio, chiedere a un settore sempre più fragile, di rinunciare a coltivare una parte dei propri terreni, di rinunciare a una parte del proprio reddito?”

“Questa – conclude – è una protesta che sosteniamo, e che chiediamo venga condivisa dai cittadini e ascoltata dal governo. Le nostre campagne rischiano l’abbandono, il nostro sistema, fatto da piccoli agricoltori diretti è sempre più insostenibile, tanto che negli ultimi anni le nostre campagne sono state saccheggiate dagli investimenti dei grandi fondi. Domani la provincia di Ferrara, tante province in Italia, rischiano di diventare dei deserti di fotovoltaico, quasi fosse anche questo una coltivazione. Questa mattina abbiamo ascoltato gli agricoltori, e insieme chiediamo che si lavori per continuare a sostenere l’agricoltura, e contemporaneamente sostenere l’ambiente“.

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