Nuova udienza del processo a carico di due uomini, di 50 e 43 anni, entrambi napoletani, finiti davanti al giudice Carlotta Franceschetti del tribunale di Ferrara con l’accusa di frode assicurativa in concorso.
I fatti contestati dalla Procura risalgono al 2018, quando i due – rispettivamente intestatario di una vettura e della Postepay usata per pagare – avrebbero messo in atto, insieme a un terzo complice rimasto ignoto, il loro piano ai danni dell’assicurazione Axa, replicando quanto già avevano fatto in passato nei confronti della Unipol.
A quanto si apprende, gli imputati avrebbero presentato una patente di guida e una tessera sanitaria intestate a una donna e la ricevuta sostitutiva della carta di circolazione del veicolo, riuscendo così a ottenere dall’assicurazione una polizza con premio da circa 616 euro anziché da più di 4.423 euro, ma anche un premio inferiore grazie all’applicazione delle tariffe applicate in Emilia-Romagna anziché di quelle in Campania.
Ieri (23 gennaio) in aula è stato sentito un assicuratore dell’agenzia Unipol di Porto Garibaldi che, il 9 maggio 2018, ha raccontato di essere stato contattato da un uomo che, per conto di un intestataria, aveva chiesto un preventivo su un veicolo oggetto della polizza.
L’assicuratore ha ricordato che la persona con cui si era interfacciato aveva accettato l’offerta e, il giorno successivo al loro colloquio, il 10 maggio, aveva effettuato un bonifico da 188 euro per la pratica.
“In quella circostanza – ha detto l’uomo sentito in aula ieri – avevo detto che avremmo emesso la polizza a condizione che la signora intestataria della pratica si fosse presentata il giorno dopo in agenzia per sottoscrivere e ritirare la polizza. Questo però non successe e avvisai Unipol“.
“Non fu comunque la prima volta che qualcuno dal sud Italia si presentò con documenti falsi perché so che sottoscrivere una polizza assicurativa al nord costa meno” ha concluso.
Il processo tornerà in aula il 4 giugno.
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