La capra sulla rupe
22 Gennaio 2024

Un giorno questo dolore ti sarà utile

di Alessandro Chiarelli | 3 min

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La politica può essere vissuta in molti modi; può essere nobile, o gretta, interessata o disinteressata, trasparente o torbida

Ogni cittadino ha diritto a difendere il suo onore in ogni sede giudiziaria.

Tuttavia, un amministratore pubblico che querela il direttore di un giornale per diffamazione, non sta semplicemente esercitando un diritto, che ha al pari di tutti gli altri; fa molto di più. Un ministro, così come un sindaco, o un qualsiasi politico eletto, nel momento in cui querela un giornalista, altera l‘equilibrio dei poteri che è alla base di ogni democrazia.

Può accadere che le critiche facciano male, può accadere che i toni non siano sempre perfetti, può accadere persino che ci siano persone più simpatiche e altre meno e tuttavia, la prassi democratica richiede alla politica di riconoscere, e rispettare, la funzione indispensabile che il giornalismo ha per la salute di una società.

Ecco perché l’amministratore pubblico che ha interiorizzato i valori fondanti di una democrazia, se anche è oggetto di critiche pesanti, sa che deve guardare oltre, oltre il proprio ego, oltre la propria ferita, oltre l‘interesse di parte politica.

Sa che alla querela deve saper rinunciare perché è così che difende l‘interesse generale, come è suo mandato fare.

Il giornalista ha una compito troppo importante, ed è essenziale che possa svolgerlo senza minacce, libero di sorvegliare le modalità di gestione del potere, libero di parlare senza paura.

Il politico democratico sa che la funzione della stampa, non meno di quella degli amministratori eletti dal popolo, ha la dignità delle cose sacre.

Sa che senza giornalismo la democrazia muore.

Muore perché la democrazia ha bisogno del giornalismo di denuncia come il corpo umano ha bisogno del dolore. Il dolore è spiacevole: nessuno ama sentirlo. Tuttavia il dolore protegge l’organismo e lo salva, anche da se stesso.

In termini evoluzionistici, il dolore è un sistema di allarme sensoriale che esiste con lo scopo preciso di segnalare rapidamente che l‘organismo sta subendo un danno.

In termini politici il diritto di critica e di inchiesta giornalistica, ha una funzione analoga a quella del dolore. È un sistema di allarme che avverte il corpo (sociale) che il sistema non funziona bene, e che potrebbero svilupparsi patologie.

Il giornalismo ha la stessa funzione del dolore e va ringraziato, non odiato, non perseguitato.

Esiste perché il corpo, sia umano che sociale, possa sapere che esiste un problema e avviare il processo di guarigione.

Ma quando si giudica il dolore un problema invece che una benedizione, quando si pretende di vivere anestetizzati, storditi dal consenso e dagli applausi, il nostro corpo, che sia umano o sociale non fa differenza, finisce per abbruttirsi, finisce per sformarsi, per ammalarsi.

Quando. invece di accogliere il dolore (o la critica giornalistica) come qualcosa di scomodo ma necessario, cerchiamo di sopprimere la sua funzione, il nostro corpo (umano o sociale che sia), diventa senza difese, perché niente più ci avverte di cosa non va.

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