Cronaca
17 Gennaio 2024
La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di Marcella Gennari in concorso con la figlia Francesca Ferretti e Chiara Compagno. Quest'ultima si dice tranquilla: "So di avere la coscienza pulita"

Falsi green pass. Chiesto il processo per le due dottoresse no vax

Chiara Compagno e Marcella Gennari
di Davide Soattin | 3 min

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La Procura di Ferrara – pm titolare del fascicolo di indagine è Ciro Alberto Savino – ha chiesto il rinvio a giudizio delle dottoresse no vax Chiara Compagno e Marcella Gennari, coinvolte nella vicenda delle false vaccinazioni contro il Covid-19 per ottenere il green pass, portata alla luce dall’inchiesta Red Pass.

A loro si aggiunge anche Francesca Ferretti, figlia e assistente di Gennari: a tutte e tre vengono contestati a vario titolo i reati di corruzione, peculato, truffa ai danni dello Stato e falso.

Dalle indagini, grazie al posizionamento di telecamere nascoste da parte della guardia di finanza negli ambulatori delle due dottoresse, gli inquirenti hanno potuto provare le modalità con cui, dietro pagamento, le due professioniste simulavano la somministrazione del vaccino anti Sars-CoV-2. Nelle riprese si vedeva una delle due professioniste fingere di inoculare il vaccino e svuotare la siringa nella garza. Il paziente voleva sentirsi rincuorare: “Tutto come prima?”. “Sì naturalmente, nel silenzio più assoluto. Non lo deve sapere neanche Dio” si raccomanda. A un’altra paziente affidava lo stesso patto di segretezza: “Il tuo silenzio per me è tutto. Non dovete parlarne con gli amici”.

Il reato di peculato, secondo la Procura di Ferrara, sarebbe stato commesso quando le tre donne, una volta in possesso del vaccino fornito dall’Usl, lo avrebbero buttato via invece di iniettarlo ai pazienti. Per quanto riguarda la corruzione, secondo il castello accusatorio, le dottoresse avrebbero intascato denaro dai pazienti (20 o 50 euro a seconda dei casi) per fingere l’inoculazione del vaccino e far loro ottenere un green pass a fronte dell’attestazione di una dose mai somministrata.

L’accusa di truffa ai danni dello Stato riguarda invece i rimborsi previsti dall’Azienda Usl per i medici di base che eseguivano le vaccinazioni anti-Covid che, quindi, sarebbero stati percepiti indebitamente dalle dottoresse avendo loro attestato in maniera falsa di aver vaccinato i loro pazienti. Infine, il reato di falso si rifà al fatto che le professioniste avrebbero dichiarato inoculazioni, falsi tamponi o esenzioni fasulle, tutte attestazioni per poter riuscire ad emettere il green pass.

Inizialmente, a marzo 2022, le due erano state messe agli arresti domiciliari e avevano ricevuto contestualmente la sospensione da parte dell’Ordine dei Medici e la revoca della convenzione dall’Azienda Usl di Ferrara.

Due provvedimenti che poi sono stati rivisti in seguito alla decisione – arrivata a luglio di due anni fa – del giudice per le indagini preliminari di rivedere le esigenze cautelari, con entrambe le dottoresse che oggi sono state reintegrate e continuano a esercitare la loro professione.

So di avere la coscienza pulita” commenta Chiara Compagno, difesa dagli avvocati Carlo Taormina del foro di Latina e Marco Linguerri del foro di Ferrara, con quest’ultimo che al momento preferisce non rilasciare dichiarazioni sotto il profilo difensivo. A difendere invece Marcella Gennari e Francesca Ferretti è l’avvocato Alessandro Valenti del foro di Bologna.

Prossimamente sarà fissata l’udienza preliminare, quando le tre saranno attese davanti al gup del tribunale di Ferrara.

 

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