Politica
12 Gennaio 2024
L'avvocato non scioglie la riserva e ringrazia il sindaco Alan Fabbri per "la solidarietà alla famiglia Riberti

Anselmo: “I Cpr sono dei lager”

Fabio Anselmo
di Pietro Perelli | 3 min

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“Sono qui in veste di avvocato. Per il futuro vedremo, oggi non sciolgo la riserva”. Sono le parole con cui Fabio Anselmo esordisce durante l’incontro organizzato dall’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli a Ferrara per parlare di rispetto dei diritti umani, da Gaza ai Cpr passando per Julian Assange. Con questa prima affermazione l’avvocato sposta l’attenzione su quello che è il tema della serata e il motivo per cui è stato invitato al dibattito insieme a Ilaria Cucchi: I Centri di Permanenza e Rimpatrio, “dei lager”.

Prima però di affrontare un argomento di cui da tempo si sta discutendo a Ferrara per via della probabile apertura sul territorio di uno di questi centri, ringrazia il sindaco Alan Fabbri per “la solidarietà alla famiglia Riberti per la morte di Leo. Questo indipendente dagli schieramenti fa piacere alla famiglia e a me come avvocato”. Anche in questo caso, dopotutto, si parla di diritti, quelli di un ragazzo di 21 anni, Leonardo Riberti, morto il 21 giugno del 2022 all’Ospedale Maggiore di Bologna.

La sala è gremita e Ilaria Cucchi, intervenuta in videochiamata, ringrazia “tutti per dimostrare ancora una volta quanto hanno a cuore il tema”, quei diritti umani che sono “la battaglia della mia vita”“Dobbiamo ricordarci – dice la senatrice di Avs – che parliamo di persone che affrontano viaggi disperati fuggendo dalla fame e dalla miseria per una vita migliore“. E dopo la fuga finiscono in un Cpr, “dei non luoghi dove i diritti sono sospesi” e che, “vi posso assicurare, sono peggiori delle carceri dove quantomeno ci sono delle regole“.  

Dei “veri e propri lager – dice Anselmo – dove persone vengono private del proprio diritto alla libertà e alla salute. Uno scandalo” dove una comunicazione “sbagliata e ignorante dice che creano sicurezza” e lo è altrettanto quella che dice che “ci vanno solo persone che hanno commesso reati”. “Recentemente – aggiunge l’avvocato – 68 donne nigeriane sono state ristrette dentro un Cpr, erano soltanto vittima di tratta”. “Ma vi rendete conto” aggiunge sottintendendo che non avevano commesso alcun reato. “Noi – continua – che giustamente di occupiamo di violenza di genere e sulle donne mettiamo le vittime di tratta dentro i Cpr e non sanno nemmeno il perché. Il Cpr calpesta ogni diritto fondamentale dell’uomo e della donna. È uno schiacciasassi una ruspa visto che piacciono tanto alla nostra amministrazione”

Dei luoghi nei quali entri per il solo “presupposto di trovarsi sul territorio nazionale senza documenti o senza permesso di soggiorno, con casi eclatanti in cui persone che hanno a lungo lavorato sul territorio vengono poi rinchiusi nei Cpr”.

Un altro caso eclatante lo racconta Ilaria Cucchi, un caso di cui tanti conoscono la storia, si tratta di quella di “Io Capitano” il film di Matteo Garrone. “Io e Fabio – dice la senatrice Cucchi – abbiamo conosciuto il protagonista” e nel film la “storia finisce a metà perché poi succede molto di più” con il ragazzo che dopo aver portato in salvo i suoi compagni sul barcone di cui lo avevano messo al timone, viene “arrestato e recluso in carcere per anni e ne esce traumatizzato”.

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