“Non dico a cosa sto pensando”. Sono le sole parole, corredate da foto, con le quali Andrea Raffo commenta la fine definitiva del chiosco Mac Murphy in quelli che in molti ferraresi conoscono come i giardini della mutua. Sotto il post decine di commenti tristi e indignati per la chiusura di quello che per quasi vent’anni è stato un punto di riferimento per le estati estensi. Un’attività che era aperta dal 2008 e fu acquisita da Raffo nel 2007 ma era già aperta da almeno una ventina di anni. “This is the end my friends” scrive a corredo di una delle foto pubblicate sui social.
Quando le temperature iniziavano a permetterlo il chiosco usciva dal letargo invernale e riprendeva vita dando da lavorare stagionalmente a diverse persone che si sono nel tempo alternate accanto al titolare. Tantissimi gli avventori con i tavoli che da orario aperitivo spesso si riempivano. Tra i commenti al post sono in molti a rivivere i bei ricordi passati di estati torride con i figli liberi di scorrazzare per il parco mentre i genitori si rilassano al tavolino. C’è chi lo ha definito “un luogo di pace d’altri tempi”, un luogo in cui stare”dava serenità” e “aiutava a vivere”.
Ancora di più i messaggi indignati che definiscono la chiusura forzata un’ingiustizia di quella che un altro utente definisce “l’unica alternativa valida di iniziativa privata che c’era al Gad. Ora c’è la ruota panoramica”. “Hai rappresentato – si legge sempre nei commenti – per quel parco un faro nella notte buia, davi colore e gioia a una zona deserta e barbarica”.
Il metodo con cui il comune ha imposto la chiusura assomiglia molto a quello utilizzato per il centro sociale La Resistenza: “Noi dobbiamo riqualificare, quindi voi sgomberate tutto e ve ne andate”. Era lo scorso agosto quando al titolare, Andrea Raffo, veniva avvisato dell’ordinanza per cui avrebbe dovuto smontare entro 10 giorni altrimenti sarebbe stato il comune a procedere addebitando poi le spese. La notizia era però nell’aria già da qualche mese e la cosa che ha fatto maggiormente storcere il naso è che non vi è stata una richiesta di adeguamento agli standard di riqualificazione integrando il chiostro nel contesto. Si ordina invece la cancellazione dell’attività.