Continuano le accuse a Vittorio Sgarbi e, dopo l’inchiesta de il Fatto Quotidiano, anche Report torna sul caso del quadro di Rutilio Manetti rubato nel 2013 e, scrive il giornale diretto da Travaglio, “riapparso a Lucca nel 2021 come inedito di proprietà del critico-politico”. Sempre secondo il giornale il sottosegretario ferrarese sarebbe indagato a Matera per autoriciclaggio di beni culturali come confermerebbe il procuratore Giovanni Fabrizio Narbone.
“Ancora una volta – si difende il presidente di Ferrara Arte – Il Fatto mente, utilizzando informazioni riservate e del tutto ignote a me e al mio avvocato. Io non ho ricevuto nessun avviso d’indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso”. Una notizia che, a detta di Sgarbi, “non sussiste” in quanto “dovrebbe essere un magistrato, non un giornalista, a stabilire su cosa indagare e sulle complicità di restauratori e fotografi, accusatori improvvisati, ma che potrebbero rivelarsi complici di più gravi reati e omissioni”.
Il fascicolo di indagine, sempre stando alla ricostruzione de Il Fatto, sarebbe stato aperto dalla procura di Imperia per poi passare a quella di Macerata che ha la competenza territoriale in quanto Sgarbi ha la residenza a San Severino Marche dove fu sindaco dal 9 dicembre del 1992 al 24 dicembre del 1993.
La ricostruzione della vicenda fatta da Report parte dalla scomparsa del quadro del pittore senese seicentesco Rutilio Manetti dal Castello di Buriasco. Per gli autori del servizio sarebbe lo stesso portato in mostra a Lucca nel 2021 e di proprietà di Sgarbi, l’unica differenza è una candela dipinta nell’estremità in alto a sinistra della tela. Alcuni critici contattati avrebbero comunque confermato che si tratterebbe dello stesso quadro mentre il sottosegretario sostiene essere due opere dello stesso autore e la sua sarebbe stata ritrovata a Villa Maidalchina acquistata dalla madre nel 2000.
Tra i primi a farsi sentire in città Valerio Aldighieri vede nel servizio di Report “un’infinità di prove inconfutabili” e un’altra “tegola per il Vittorio nostrano”. “Peccato – aggiunge – che a rimetterci sia sempre il buon nome di Ferrara, nel silenzio assordante di sindaco e di tutta l’amministrazione comunale che gli ha consegnato le chiavi della città, ma tace sulle presunte intemerate del presidente della Fondazione Ferrara Arte.
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