Sarà comminata prossimamente una giornata di squalifica ai due atleti minorenni del flag football di Ferrara, ripresi in una foto col braccio teso come saluto fascista, scattata e diffusa sui canali social da Francesco Caruso, ex team manager della nazionale italiana Under 17 di cui i due facevano parte.
Dopo aver identificati e ascoltati, infatti, la Procura federale ha deciso di fermare entrambi per un turno, mentre il loro coach Andrea Golfieri, già dirigente e allenatore delle Aquile, che a sua volta si trovava insieme a loro, era stato scagionato durante la stessa inchiesta poiché ritenuto estraneo ai fatti.
I fatti, avvenuti mentre i giocatori si trovavano sul pullman di rientro dal raduno della nazionale Under 17 di flag football, risalgono allo scorso aprile e sono stati portati all’attenzione dell’opinione pubblica da un’inchiesta giornalistica pubblicata da Repubblica.
L’intento del lavoro svolto dal quotidiano diretto Maurizio Molinari era quello di far luce su alcuni rigurgiti nostalgici che sarebbero stati denunciati in vari club del flag football e del football americano.
Dopo quell’episodio, la federazione aveva disposto l’immediata sospensione per due mesi e la multa di 500 euro per Francesco Caruso che, alla scadenza del periodo di sospensione, si era poi dimesso dal ruolo di team manager della nazionale giovanile.
A spezzare una lancia a favore dei due atleti però è lo stesso Andrea Golfieri che, contattato da Estense.com, cerca di dare una spiegazione al fatto e di ridimensionare in un qualche modo la vicenda. Secondo quanto raccontato dall’allenatore infatti, seppur sbagliando, i ragazzi avrebbero “preso in giro e scimmiottato in modo sarcastico” le idee politiche mai nascoste del team manager con quel gesto da lui fotografato e postato, senza però “neanche sapere quale fosse il suo effettivo significato“.
“La nostra società – ha tenuto a sottolineare Alfredo Ferrandino, presidente delle Aquile – rifiuta qualsiasi tipo di accostamento politico che entra nel nostro piccolo giardino protetto. Sono cose che lasciano l’amaro in bocca e, a nome della società, come presidente, posso dire che noi non accettiamo. Sono rimasto sorpreso, anche perché non è mai successo un episodio simile durante le nostre partite o i nostri allenamenti. Diciamo che da noi ci può scappare qualche birra in più (ride, ndr) ma nient’altro”.
A tal proposito, in una nota stampa diramata nei giorni scorsi, anche la Fidaf ha fatto sapere di stigmatizzare “comportamenti ed espressioni dei singoli che possano alimentare intolleranza e mancanza di rispetto nei confronti dei valori costituzionali e di etica sportiva e conferma con forza il chiaro rifiuto e la condanna di atteggiamenti che possano inneggiare o esprimere condivisione nei riguardi del fascismo o di qualsiasi forma di violenza o discriminazione. Tali atteggiamenti, del tutto inaccettabili, sono tuttavia da considerare come episodi isolati, non certamente come espressione del sistema sportivo federale che, invece, tende ad essere esperienza positiva di inclusione e di lotta contro ogni forma di discriminazione”.
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