“Si tratta di una cosa che abbiamo subìto e non condiviso”, lo sottolinea più volte il presidente della provincia Gianni Michele Padovani ai nostri taccuini riferendo delle due conferenze che nella mattinata si sono tenute in merito all’accorpamento di due istituti superiori e degli istituti comprensivi di Cento.
Per quanto riguarda gli istituti di Cento la proposta è stata approvata all’unanimità e prevede l’unione dell’Ic 3 di Renazzo con l’Ic 4 di Cento. Hanno invece votato a favore 7 sindaci all’unione degli istituti Aleotti e Dosso Dossi con il Bachelet mentre si sono dichiarati contrari i 9 presidi e il provveditore. Una scelta, quelli dei sindaci, che dipende dalla volontà di salvaguardare i piccoli istituti comprensivi comunali che accorpano elementari e medie per “salvaguardarne l’identità” ci spiega Padovani. “I sindaci – aggiunge – hanno deciso di tutelare le aree interne che devono mantenere un’autonomia scolastica”.
“Noi – spiega Padovani – ci siamo fatti carico di trovare delle proposte pur non condividendo la norma”, una norma calata dall’alto che inizialmente prevedeva l’accorpamento di tre istituti poi diminuiti a due grazie a un’opera di mediazione. La proposta rientra nella riforma che sta portando avanti l’attuale governo e promossa dal ministro Giuseppe Valditara a cui regioni, province e comuni devono sottostare nonostante le numerose proteste degli insegnanti.
Sempre durante la mattinata si sono incontrati anche i sindacati, contrari alla proposta, dato che gli accorpamenti incideranno sul personale che dovrebbe diminuire, in particolare per quanto riguarda il personale tecnico oltre ai due presidi in meno. Come sottolineato anche dalla comunità dell’Aleotti-Dosso dove si parla di una “prospettiva futura a tinte fosche” e che si domandavano “come sia possibile garantire il pieno diritto allo studio procedendo all’accorpamento dell’I.I.S ‘Aleotti-Dossi’ con l’I.T.E. ‘Bachelet'”.
La volontà spiega Padovani è quella di “mantenere inalterata l’offerta formativa” anche se “i tecnici sono loro” dice riferendosi agli insegnanti. E se proprio questi riferiscono, tra le principali problematiche, quella del peggioramento dell’offerta formativa, lascia intendere il presidente della provincia, qualcosa di vero ci sarà. “Non comprendo – afferma nuovamente – la bontà di questo decreto legge, lo subisco”.
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