Politica
18 Dicembre 2023
Cora Talmelli e Sara Manservigi della segreteria comunale del Pd replicano all’intervento di Ferrara Nostra in merito all’economia locale

“Una campagna mediatica per illuderci che gli eventi di massa possano risolvere i veri problemi”

di Redazione | 3 min

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“Superficialità e surrealismo celato dietro una vena romantica e artistica”. Bollano così Cora Talmelli e Sara Manservigi, rispettivamente referente per lo sviluppo economico e per il lavoro della segreteria comunale del Pd l’intervento di Ferrara Nostra in merito all’economia locale.

“Quando si parla di economia in una città che soffre non si può certo banalizzare l’argomento – accusano le due dem -. Purtroppo, ci tocca smentire il Gruppo Ferrara Nostra, che fa dell’insediamento di un’unica realtà come Econoprogram Flotte la chiave della rinascita imprenditoriale ferrarese come frutto di una buona amministrazione”.

E citano il Sole 24 Ore che, nelle classifiche per qualità della vita, “ci riporta alla dura realtà con un dato di inarrestabile discesa dal 2020”.

Secondo Talmelli e Manservigi per rendere Ferrara attrattiva “bisogna investire sulle infrastrutture verso le città limitrofe più sviluppate. Non bisogna negare il problema della desertificazione di negozi in centro storico e nelle periferie, solo il centro conta più di 100 negozi sfitti censiti”.

“La visione del precedente governo locale – aggiungono – dimostrò maggiore lungimiranza ed efficacia per il lavoro di concertazione che favorì insediamenti come Berluti, Amp Recycling, Bricoman ora Tecnomat, Benvic srl, Versalis, creando e conservando occupazione”.

Le sue componenti della segreteria del Pd fanno presente che “solo Berluti oggi conta più di 400 lavoratori. All’epoca, a proposito di salvaguardia di elementi identitari, si è saputo cogliere e mettere a frutto le competenze nel tessile già esistenti. Oggi, Ferrara detiene le migliori competenze nel settore chimico ed ancora non se ne è saputo cogliere il potenziale”.

E la petrolchimica di Ferrara “è certamente leader mondiale e la transizione ecologica di un sito che occupa tra diretto ed indotto fino a 4000 lavoratori deve essere vigilata per essere sostenibile ambientalmente e socialmente”.

“A livello nazionale e locale, invece, mancano programmi industriali che permettano alla filiera della chimica di non sgretolarsi – proseguono -. Inoltre, paghiamo un conto pesante sul tasso di disoccupazione (8% contro la media regionale del 5%) e il piacere di bersi dei drink nei dehors con lo sguardo rivolto ad una città bellissima non frena l’esodo dei giovani da Ferrara”.

Quanto a Pupi Avati “è doveroso ricordare che Ferrara è la città di Antonioni, adorata da Abbado, già capitale culturale. Non ravvediamo sinceramente un improvviso salto di qualità”.

L’intervento di Ferrara Nostra, poi, descrive una Ferrara del passato “avvolta dalle nebbie” in cui sarebbe in atto una trasformazione frutto di una visione “illuminata”, “Come segreteria dell’unione comunale del Pd di Ferrara – questa la risposta -, riteniamo che, nonostante gli ingenti finanziamenti Pnrr, statali e regionali, quest’atmosfera fumosa persista come prodotto di una campagna mediatica volta a distrarci urbanizzando balocchi, regalandoci infornate di adrenalina passeggera, illudendoci che la bellezza delle luci (illuminate) e gli eventi di massa possano risolvere i veri problemi dei cittadini”.

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