Attualità
11 Dicembre 2023
Ferrara Cambia organizza la serata di presentazione del tanto discusso libro in un Hotel Astra gremito di gente. L'assessore Maggi: “Orgoglioso di averlo come ospite”

Vannacci shock anche a Ferrara. “Omosessuali non normali? Non è un’offesa”

di Redazione | 5 min

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È il libro sulla bocca di tutti. Tra chi lo critica aspramente per le sue affermazioni di matrice razzista, omofoba e sessista, e chi invece difende la libertà di pensiero, è indubitabile che il libro “Il mondo al contrario” del generale Roberto Vannacci abbia scosso l’opinione pubblica negli ultimi mesi. E ciò è stato sufficiente, per l’associazione Ferrara Cambia Aps, per organizzare la presentazione del libro nella serata di domenica in un Hotel Astra gremito, come spiegato dal vicepresidente Ruggero Osnato, “in modo da consentire al generale di esprimere il suo punto di vista, seguendo i princìpi democratici a cui si ispira l’associazione fin dalla sua nascita“.

Modera l’incontro il presidente di Ferrara Cambia Aps, Andrea Maggi, che si dice orgoglioso di ospitare Vannacci, “come in precedenza abbiamo ospitato autori di diverse vedute: c’è la libera espressione, e solo nelle più feroci dittature si bruciavano i libri”, riferendosi alla petizione che voleva cancellare l’incontro odierno.

“Volevo inizialmente scrivere degli articoli”, inizia il generale, “prima sulla crisi energetica e poi sull’ambientalismo: ho accumulato un centinaio di pagine; ne ho scritte altre e ho pubblicato il libro su Amazon, saltando le case editrici”. E si aspettava una discussione così diffusa? “Non era nei miei piani, pensavo a una circolazione limitata: ma ringrazio i giornalisti delle grandi testate che mi hanno fatto marketing gratuitamente”.

Chi ha criticato il libro non l’ha letto”, risponde così il generale all’indignazione che si è diffusa dopo la pubblicazione dello scritto. “Affronto i temi attuali con la lente del paradosso per dimostrare che con le soluzioni proposte facciamo altro che acuire le problematiche, convinti invece di fare del bene”.

E si inizia così con l’ambientalismo e l’emergenza climatica, problemi che sono evidentemente sotto gli occhi di tutti. “L’ambientalismo è un patrimonio di tutti. Il problema è l’ambientalismo ideologico, che non si basa sulla scienza, ma su tre menzogne. La prima è salvare il pianeta. Il pianeta è fascista, evolve fregandosene noi, quindi è presuntuoso che l’uomo possa cambiare l’evoluzione cosmica, perché il pianeta si salverà da solo e non ci chiede niente. E poi, salvare l’umanità: con l’uso di carbone e petrolio la popolazione e l’aspettativa di vita sono cresciute, mentre è diminuita la povertà: perché dovremmo quindi salvare l’umanità? Infine, la terza menzogna: la rivoluzione green, un interesse economico”.

Tema di dibattito nella nostra attualità è l’immigrazione clandestina. “Non penso sia ineluttabile”, prosegue Vannacci. “Due paesi democratici a forte pressione migratoria come Australia e Giappone hanno attuato politiche restrittive: in Europa le leggi del passato non consentono di gestire la pressione migratoria”. La soluzione? “Fare uno sforzo e cambiare le leggi: accettare tutti oggi significa rifiutare tutti domani, per raggiunti limiti fisici, scartando chi ha effettivamente bisogno”.

La famiglia come istituzione, sempre più minacciata secondo la visione del generale, occupa un posto importante nelle pagine del libro: “La famiglia è il mattone della società, ha sempre ricostruito dopo le sciagure del passato. Ha i valori della procreazione, dell’educazione dei figli ed è un modello di riferimento per la società”

“Sia nelle società democratiche sia nelle dittature c’è chi guida e chi segue la guida: e in natura, che è selettiva e non etica, se non si seguono gli insegnamenti impartiti dalla famiglia si muore”.

E nella famiglia qual è il ruolo della donna? Il generale si difende dalle accuse: “Non ho mai detto che la donna debba rimanere a casa. La coppia uomo-donna ha compiti fondamentali per i figli, e il problema è che in Italia non c’è possibilità di scelta: se entrambi i genitori devono lavorare per vivere, allora sono costretti a servirsi dei servizi per l’infanzia. Ogni dittatura si è occupata dell’infanzia per impartire l’educazione di regime, e noi in maniera velatamente democratica facciamo la stessa cosa: chi garantisce la qualità dei servizi per l’infanzia? Ed è conveniente? Io propongo un reddito di maternità o paternità, così che la famiglia abbia il suo ruolo fondamentale per la società”.

Non poteva mancare, tra le pagine del libro, il riferimento alla patria: “Il termine ‘patria’ è diventato spregevole, soprattutto per i femminicidi odierni, che vogliono rispolverare il patriarcato, rievocato da questa parola secondo alcuni. Ma ognuno di noi è patriota a suo modo, e il migliore è quello di agire ogni giorno per rendere il nostro Paese il più bello del mondo, che dia ai nostri figli un’opportunità in più rispetto a quelle che noi abbiamo avuto”. Poi, un’allusione a chi lascia il proprio Paese: “L’eroe non è chi scappa dalla propria Patria, ma chi vuole renderla un posto migliore”.

Uno dei capitoli più caldi è quello dedicato alla comunità LGBTQIA+, e alla frase giustamente e largamente criticata da giornali e opinione pubblica “Cari omosessuali, normali non siete normali fatevene una ragione”. Vannacci si difende con l’arma della statistica: “Non è un’offesa, perché le offese sono punite dalla legge, e la normalità non rientra tra queste. Il concetto di normalità non è il mio, è quello dei dizionari, ed è tutto ciò che non è consuetudinario: è un concetto statistico. Il non riconoscersi nell’eterosessualità, da statistiche, non rappresenta la normalità, perché parliamo di una percentuale bassissima di persone; ma non ho accostato l’anormalità a una patologia”.

E l’uso degli asterischi? “Queste persone si sono arrogate il diritto alla percezione, e quando questa è violata allora si sentono discriminati. Perché solo loro devono avere diritto alla percezione? Questa è prevaricazione”.

Girano voci sul futuro del generale, e di una possibile carriera politica: “In molti, tra politica e imprenditoria, mi hanno contattato. Ma per trentasette anni ho fatto il soldato, e non voglio improvvisarmi dilettante in un altro mestiere. Qualsiasi sia la mia scelta”, garantisce, “sarò io a comunicarla”.

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