Argenta
10 Dicembre 2023
L’ex patron elenca fatti, personaggi, numeri e manette dietro alla storia del fallimento del colosso dell’edilizia

Crac Coopcostruttori, Donigaglia affida le sue verità a un libro

di Redazione | 3 min

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Argenta. Una dettagliata analisi, anche critica, ma documentata. E’ il filo conduttore che ha ispirato l’ex patron della Coopcostruttori, Giovanni Donigaglia, ad esprimere le proprie constatazioni sul come e perché del crac che, vent’anni fa, ha affossato il colosso cooperativo argentano delle infrastrutture, con a libro paga 2500 dipendenti, al 4° posto della speciale classifica nazionale, e con mire che guardavano all’estero.

Sotto i riflettori anche soggetti politici e istituzionali, della finanza, coinvolti nel fallimento che, oltre ad affondare l’azienda, ha azzerato i risparmi dei soci-lavoratori, causato suicidi, la chiusura di attività collaterali, portato alle dimissioni del presidente e all’insediamento della amministrazione straordinaria. Tutto questo in sintesi. Ma che è stato approfondito in un libro che, carte alla mano, mette in luce ogni suo aspetto economico-finanziario, e in seguito legale e giudiziario, che hanno portato a 10 sofferti anni di processi, e in carcere o agli arresti domiciliari il numero uno ed alcuni altri dirigenti.

In 98 pagine Donigaglia pone l’accento “sui reali aspetti della vicenda”, mettendo cioè nero su bianco sedicenti verità o convinzioni. Il libro, dal titolo “Dal mondo di Filo-perché non l’avete aiutata” uscirà a giorni. Sarà in vendita e prenotabile, al prezzo di 7 euro a copia, presso la copisteria “Arstudio” di Via Garibaldi 7/a ad Argenta.

Dopo 20 anni insomma l’ex presidente racconta vita e morte della Coopcostruttori, considerata “una sua creatura”. In questo contesto ha trovato modi e spazio anche per porgere le scuse ai soci. Mentre ringrazia quanti lo hanno sostenuto ad affrontare 10 anni di processi, da cui ne è uscito assolto, escluso la questione “Spal” la cui condanna è stata assorbita dall’indulto.

L’acquisizione della società calcistica ferrarese “è stata uno dei tre errori elencati in una sorta di mea culpa addebitata anche al cds. “La Spal – aggiunge il suo ex braccio destro Renzo Ricci Maccarini, invitato alla presentazione del volume – è stata comprata pagandola un miliardo e mezzo. Al tempo la squadra giocava in serie C. Poi è salita in B. Ed i costi divennero insostenibili, lievitando sino ad oltre 10 miliardi”.

Le altre due pecche? “Il non aver regolamento il prestito sociale, e suoi rimborsi, destinato – dice – a garantire i crediti e gli investimenti; secondo l’incorporo della Cei, e la presa in carico di 400 dei suoi 1300 operai”. Attenzionati poi i rapporti intrattenuti con pezzi da novanta dei partiti dell’epoca. Ma soprattutto “Tangentopoli”, ed il pool di “Mani Pulite”, con a capo l’allora pm Di Pietro, che ha fatto rinchiudere Donigaglia a San Vittore.

Tra le righe, leggendo numeri e carteggi emergono accuse, difese, sentenze e perizie. Tengono banco gli appalti pubblici, le famigerate riserve tecniche, fatture e bilanci che, commenta Donigaglia “è stato dimostrato non essere falsi o truccati”.

Dati alla mano, sciorinati con dovizia, Donigaglia afferma in sostanza che “l’azienda era in condizioni di superare la crisi; dunque poteva essere aiutata, come è stato fatto per la CMC di Ravenna”. Convinzione questa smentita però dalla consulenza forense che aveva parlato di una società “decotta”.

Si prende poi in considerazione la cessione di cantieri, compreso la sede storica di Piazza Mazzini, ora praticamente in disuso. Sotto i riflettori infine personaggi, curiosità, ed il percorso imprenditoriale della coop, fondata da Giulio Bellini: dall’inizio con la Fornace a Filo sino all’acquisizione delle fabbriche: Cercom e Felisatti in testa.

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