Uno dei musei più importanti di Ferrara sarebbe in stato di abbandono, senza collegamenti con la realtà cittadina, senza progettualità, con una preoccupante fuga del personale verso altri istituti, invisibile a livello di comunicazione.
È la dura denuncia che arriva dal sindacato Flp Bac Beni Culturali nei confronti della gestione della Pinacoteca Nazionale di Ferrara
La Flp denuncia “il persistente stato di abbandono in cui versa già da parecchi mesi la Pinacoteca Nazionale di Ferrara, complici sia l’imminente cambio della direzione, in scadenza il prossimo dicembre, sia le insistenti voci che da inizio estate danno per imminente lo scorporo del museo ferrarese dalle restanti Gallerie Estensi di Modena e Sassuolo”.
La Pinacoteca infatti fa parte del circuito ministeriale che contempla la Galleria Estense di Modena, la Biblioteca Estense universitaria, il Museo lapidario, il Palazzo ducale di Sassuolo e, appunto, la Pinacoteca nazionale di Ferrara.
Alla sua direzione, dal 2015, c’è Martina Bagnoli. E il sindacato punta il dito proprio contro la direzione per dire che “il ‘congelamento’ di tutte le attività della Pinacoteca, dove eventi, mostre, progetti sono stati annullati o sospesi in ragione di un distacco che non potrà avvenire che in tempi medio lunghi”.
“La mancanza di attenzione verso la realtà ferrarese – insiste la Flp per bocca di Sara Piagno, delegata sindacale Flp Pinacoteca Nazionale di Ferrara, e Rinaldo Satolli, coordinatore generale Flp Bac Beni Culturali -, peraltro da sempre cifra distintiva di questa direzione, si è tradotta anche in isolamento del museo dal resto del tessuto cittadino, in mancanza di collaborazione con le altre realtà istituzionali e culturali della città, con la fuga del personale verso altri istituti, con malumori e divisioni interne”.
A tutto questo si aggiungono “la totale mancanza di visibilità nella comunicazione istituzionale, l’assenza del museo ferrarese dai mezzi di comunicazione delle Gallerie Estensi, la carenza di infrastrutture che rendono ancora più difficile il lavoro ordinario del personale amministrativo”.
A farne le spese, secondo la Federazione Lavoratori Pubblici e Funzioni Pubbliche, “oltre alla credibilità di un museo che è da sempre uno dei più importanti della città, sono ora soprattutto i lavoratori, da tempo lasciati a sé stessi, in uno stato quasi di autogestione, in un momento di trapasso che avrebbe invece richiesto l’autorevolezza e la forza di una guida centrale che traghettasse il museo verso una nuova realtà”.
La Flp si chiede “come sia possibile che i lavoratori del Museo da mesi sono lasciati soli, in balìa degli eventi, senza progettualità né guida, in una situazione di collasso sia delle relazioni interpersonali sia dell’immagine che inevitabilmente sta dando alla città e ai cittadini”.
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