Non più corruzione, ma induzione indebita; l’introduzione del reato di peculato che sostituisce quello di furto; la contestazione del concorso con alcuni detenuti per quanto riguarda il falso in atto pubblico e la scomparsa del reato di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica.
Sono queste le principali modifiche al campo di imputazione per Carmen Salvatore, la dottoressa che per circa otto mesi ha prestato servizio in attività libero-professionale nel carcere di via Arginone, fino a quando – nel mese di marzo 2022 – venne arrestata a seguito di una corposa indagine condotta dal comando della polizia penitenziaria di Ferrara insieme al Nir, il Nucleo Investigativo Regionale dei carabinieri, dietro il coordinamento della Procura.
Il nuovo atto d’accusa è stato portato in aula durante l’udienza di ieri (giovedì 19 ottobre) dal pm Ciro Alberto Savino, che ha modificato e precisato alcune condotte da contestare alla dottoressa, come richiesto lo scorso 5 ottobre dal giudice per le indagini preliminari Danilo Russo.
Nello specifico, il medico dovrà ora rispondere dei reati di induzione indebita, falso in atto pubblico, peculato, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti e delitto tentato, per quel che riguarda il tentativo di introdurre un etto di hashish in carcere.
L’indagine ha riguardato un periodo che va dal settembre del 2021 al marzo del 2022 e si è avvalsa del supporto anche d’intercettazioni ambientali e telefoniche e pedinamenti all’esterno.
Secondo gli inquirenti, in cambio di duecentomila euro che un detenuto avrebbe dovuto corrisponderle, Salvatore si sarebbe adoperata per far ottenere a un ristretto di giovane età l’incompatibilità col regime carcerario. Il tutto certificando falsamente intenti suicidari e somministrandogli farmaci in modo da cagionargli malori e sintomi nonché predisponendo una falsa certificazione medica di richiesta urgente di visita al Pronto soccorso per un tentativo di suicidio dello stesso.
In altre occasioni, e con altri detenuti, avrebbe inoltre compilato false richieste d’invio urgente al Pronto soccorso, attestando sintomi e necessità di ricovero in ospedale in realtà inesistenti, oppure avrebbe istigato i detenuti a simulare malori in modo da indurre in errore altri medici del servizio sanitario carcerario.
Alla dottoressa è poi contestato anche di aver sottratto dall’infermeria del carcere circa 240 compresse di benzodiazepine e antiepilettici, 4 fiale di Trinitrina Nitroglicerina e 8 pastiglie di buprenorfina (farmaco analgesico oppioide stupefacente) e di averle cedute a un detenuto.
Il 19 dicembre 2022 avrebbe successivamente introdotto un telefono cellulare in carcere e lo avrebbe consegnato a un ristretto. Avrebbe tentato anche di fare il bis il 3 marzo 2022, ma senza successo perché – pur in possesso del dispositivo – nel frattempo venne sottoposta ai primi domiciliari.
Carmen Salvatore – secondo il castello accusatorio – si sarebbe infine adoperata per acquistare un etto di hashish da consegnare a detenuti all’interno dell’Arginone, senza tuttavia riuscirci perché la persona con cui prese accordi si presentò all’incontro senza droga, chiedendo ancora qualche giorno per reperire la sostanza stupefacente.
La prossima udienza è fissata per il 14 dicembre. In quella data, i legali difensori della dottoressa, gli avvocati Irene Costantino e Renato Jappelli, decideranno se scegliere riti alternativi o procedere con la discussione dell’udienza preliminare.
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