Il Comune di Roma chiede un contributo di 300mila euro a chi organizza concerti al Circo Massimo. A Ferrara un’associazione “senza fini di lucro” ha organizzato finora decine di concerti estivi senza restituire nulla alla comunità che li ospita. È il “bel paradosso” che segnala Davide Nanni, consigliere comunale e responsabile Cultura del Pd di Ferrara.
“Ferrara è una città dall’enorme potenziale turistico, grazie a uno straordinario patrimonio artistico, urbanistico, monumentale e paesaggistico giunto a noi quasi intatto attraverso i secoli – ragiuona Nanni -. È nostro dovere morale, ancor prima che civico, tutelarlo e valorizzarlo in modo sostenibile”.
Per questo secondo il consigliere “non possiamo essere indifferenti a scelte politiche che, avvantaggiando esclusivamente interessi privati, tendono a snaturare la bellezza del nostro centro storico e la libera fruizione di spazi pubblici nei mesi estivi”.
Quest’anno il caso più evidente è stato “il maxi-palco che ha occultato la prospettiva di Piazza Trento Trieste e l’antica Loggia di San Crispino per circa due mesi. Oggi scopriamo che, già nel 2022, la Soprintendenza ai Beni Culturali aveva prescritto l’uso di un palco ‘a copertura d’altezza variabile” ben diverso per forme e dimensioni da quello realizzato con pervicace ostinazione dagli organizzatori del Ferrara Summer Festival, sostenuti politicamente dal sindaco Alan Fabbri”.
Anche perché “nella calda estate appena trascorsa non pochi ferraresi e turisti hanno notato con disappunto la presenza dell’enorme palco, accompagnata da colorati bagni chimici accatastati a ridosso della cattedrale e imponenti ‘betafence’ ben piantati a delimitare l’ingresso della piazza”.
Un grave problema anche per le guide turistiche, che hanno dovuto abbandonare l’idea di far vedere i monumenti estensi ai loro turisti.
E se ne è accorto anche il Ministero della Cultura, con il sottosegretario Vittorio Sgarbi che intende discutere le modalità d’uso di Piazza Trento Trieste e ammette che “bisogna assolutamente evitare iniziative che compromettano beni storico-artistici”.
“Eppure una soluzione di buon senso l’aveva già suggerita al Comune di Ferrara il locale soprintendente, dott. Ambrogio – ricorda Nanni -: avviare una seria “riflessione tecnico-politica” sulle modalità di compensazione per gli usi privati dei beni culturali. Riflessione che l’attuale Amministrazione non ha mai voluto aprire seriamente”.
“Non siamo contrari ad eventi che portano turisti e visibilità a Ferrara, anzi – sottolinea il dem -, andrebbero implementati in qualità e realizzati anche nei quartieri fuori le mura, per rivitalizzare l’intero tessuto cittadino. È chiaro però che devono portare ritorno economico alla collettività, non solo ad alcuni privati”.
Secondo Nanni chi organizza eventi in centro storico, specie se di grande impatto e durata, dovrebbe destinare parte dei proventi a interventi di ripristino, tutela e conservazione del patrimonio culturale locale secondo modalità stabilite da chi è stato eletto per fare l’interesse pubblico.
In caso contrario si assiste al paradosso che corre tra Roma e Ferrara. “È questo il modello di città d’arte e cultura che la destra ferrarese ha in mente? Una città-palcoscenico priva di identità e con prospettive dettate puramente da interessi privati? – si chiede nanni -. Crediamo che serva una programmazione e una gestione degli eventi più attenta ai luoghi-simbolo della nostra città, meno impattante, capace di attrarre un turismo consapevole della bellezza che ha intorno. Le politiche culturali e di promozione turistica non possono viaggiare su binari separati o, peggio, essere piegate a interessi particolari se vogliamo davvero investire sul futuro di una città patrimonio Unesco”.
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