Argenta
23 Settembre 2023
Quattro pescatori di nazionalità rumena hanno versato 2.000 euro a Fipsas e Bonifica Renana, estinguendo il reato. I carabinieri li sorpresero mentre raccoglievano 500 chili di pesce nell'oasi "Valle Santa" ad Argenta

Pescarono con l’elettrostorditore. Tutti prosciolti dopo aver risarcito il danno

di Davide Soattin | 3 min

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Tutti prosciolti. Si è concluso così il processo che vedeva imputati Alexandra Marinel Coman (35 anni), Costantin-Catalin Cretu (21 anni), Tulian Stan (30 anni) e Mihai-Gabriel Dumitru (30 anni) che, lo scorso marzo, erano stati colti in flagranza ad Argenta, in località “Valle Santa“, dai carabinieri forestali, mentre erano intenti a raccogliere i pesci che avevano precedentemente ucciso o stordito, dopo essersi introdotti nell’area distruggendo e rendendo inservibile parte della recinzione.

I quattro erano stati scoperti nelle acque interne alla proprietà del consorzio della Bonifica Renana dove, con l’aiuto di un elettrostorditore, realizzato in maniera artigianale con cavi elettrici collegati a una batteria, avevano da poco pescato a bordo di un gommone circa 500 chili di pesce tra carpe, siluri, carassi e cinque anguille. Dopo gli gli arresti i militari avevano immediatamente ributtato in acqua i pesci ancora vivi, circa 300 chili, mentre gli altri 200 chili, già morti e non più idonei al consumo alimentare, sono stati sequestrati e destinati alla distruzione.

Il reato contestato dall’accusa era il furto aggravato (di pesce), e ha permesso, per la prima volta in provincia di Ferrara, a Fipsas e Bonifica Renana, di costituirsi parte civile e rivendicare il risarcimento danni da reato.

Gli imputati nelle prime fasi del processo hanno corrisposto alle parti civili costituite, difese dallo studio associato Storari-Cintio di Ferrara, una somma complessiva di 2.000 euro (1.500 euro per Bonifica e 500 euro per Fipsas) riparare il danno cagionato dal reato. Nonostante l’opposizione di Fipsas e Bonifica Renana, che ritenevano insufficiente tale somma, il giudice Carlotta Franceschetti l’ha valutata congrua ai fini dell’estinzione del reato, concludendo così il procedimento prima della discussione col proscioglimento dei quattro.

Soddisfazione “a metà” per i pescatori che, per la prima volta a Ferrara, vedono riconosciuto il danno da pesca di frodo nei confronti di un associazione di tutela ambientale, nonostante il loro tentativo di arrivare a contestare anche il danneggiamento dell’oasi protetta e l’uccisione e detenzione di specie protette (5 anguille), che però non è stato considerato in questa sede e per cui è già stata presentata autonoma denuncia ai carabinieri forestali di Ferrara, a nome di Fipsas.

Marco Falciano, ecogiurista, coordinatore delle Guardie Ittiche Fipsas Ferrara ha affermato: “Ora siamo pronti a costituirci parte civile in ogni processo per bracconaggio ittico, la nostra presenza aumenterà la deterrenza avverso queste condotte illecite, ancora una volta a Ferrara siamo la testa d’ariete di questa lunga lotta, speriamo che il nostro esempio venga emulato da altre associazioni e i nostri risultati permettano di mettere a sistema la nostra esperienza, per adesso lasciata all’iniziativa dei singoli più sensibili alla tutela ambientale”.

Dal canto suo, l’avvocato Enrico Ferri, legale difensore dei quattro imputati, ha commentato in maniera positiva la sentenza, “che ha soddisfatto pienamente le tesi difensive, arrivando al risultato sperato”.

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