
Uno scorcio ammalorato di via Frattina
Vigarano Mainarda. “Avevo chiesto l’istituzione di una Commissione consigliare su Cà Bianchina per evidenziare alcune criticità, ma l’immancabile diniego del sindaco mi ha costretto a rendere pubbliche le mie perplessità in una lettera aperta al sindaco, ai consiglieri, agli uffici e ai cittadini, nella quale fornisco, tra l’altro, una serie di raccomandazioni, affinché attraverso il pieno rispetto delle normative di legge, venga tutelato il primario ed esclusivo interesse della cittadinanza”.
Così Agnese De Michele, consigliera di opposizione a Vigarano Mainarda (lista Costruiamo il Futuro con Te), spiega i motivi che l’hanno portata a interpellare direttamente il sindaco Bergamini con una lettera aperta ricca di dettagli, consigli e raccomandazioni circa l’impianto biogas di via Frattina dell’azienda Cà Bianchina, anche alla luce della richiesta di ampliamento proposta dalla stessa azienda, che intende aumentare i conferimenti di sottoprodotti destinati all’impianto.
Gran parte delle considerazioni della consigliera verte sull’accordo del 2010 tra Comune e azienda, che non avrebbe tenuto conto della normativa sulle compensazioni ambientali, che avrebbe potuto imporre ai gestori dell’impianto “quale mitigazione per l’impatto ambientale e territoriale, la misura del 3% dei proventi, comprensivi degli incentivi vigenti, derivanti dalla valorizzazione dell’energia elettrica prodotta annualmente dall’impianto, da definire in sede di conferenza dei servizi, così come hanno correttamente fatto altri Comuni della nostra Regione, (Argenta, Ostellato e Portomaggiore, rispettivamente con Delibere di Giunta del 20 dicembre 2010, del 9 marzo 2011 e del 27 settembre 2011)”.
La corretta applicazione della normativa all’epoca vigente, secondo la consigliera, avrebbe pertanto consentito anche al Comune di Vigarano Mainarda di incamerare il 3% dei fatturati dell’azienda biogas di via Frattina per i successivi 13 anni: “Se pensiamo che il fatturato relativo al solo anno 2022 ammonta ad oltre 2 milioni e 300mila euro, emerge in maniera cristallina quanto la mancata applicazione della normativa di riferimento abbia causato un danno erariale”. A tale situazione di grave danno, si sarebbe aggiuntala beffa che “l’azienda non ha mantenuto fede all’impegno, assunto con la sottoscrizione dell’accordo stipulato col Comune, di mantenere in perfetto stato di funzionalità le vie di accesso all’area dell’impianto attraverso opere di manutenzione e riparazione delle strade e non ha nemmeno versato, dal 2014 in poi, la somma di 25.000 euro/anno quale compensazione per l’impatto ambientale, così come stabilito nel medesimo accordo, arrecando un pregiudizio economico rilevante per l’amministrazione riconducibile alla mancata applicazione del D.M. 10 settembre 2010, nonché un grave impatto ambientale al territorio e alla vivibilità dello stesso, come comprovato da numerose segnalazioni dei cittadini”.
L’analisi di De Michele prende spunto dalla perizia redatta a giugno 2021 dal Consulente Tenico d’Ufficio (Ctu) del Tribunale Ordinario di Ferrara che aveva come finalità l’accertamento delle responsabilità per i danni arrecati alla sede stradale di via Frattina. Una perizia che ha accertato danni, riconducibili per il 97% ai mezzi pesanti di Cà Bianchina, per una spesa che a giugno 2021 era stata stimata in circa 900mila euro (costi che ora lieviterebbero visto l’aumento significativo dei materiali intercorso nel frattempo), oltre a fatto che la stessa perizia prevedeva “la necessità di una manutenzione ordinaria di via Frattina da effettuarsi ogni 10 anni, con una spesa il cui costo stimato è di circa 600.000 euro (il che significa che il Comune, ogni anno, dovrebbe accantonare circa 50.000 euro per far fronte, ogni dieci anni, alla manutenzione di via Frattina)”.
E’ alla luce delle risultanze della perizia e al mancato inserimento di compensazioni ambientali come previsto dalla normativa, che la consigliera Agnese De Michele ritiene “urgente l’adozione di misure mirate ad una profonda revisione dell’accordo all’epoca sottoscritto dall’azienda biogas di via Frattina ed il Responsabile protempore dell’Ufficio Tecnico“.
Dunque serve una “completa revisione degli accordi all’epoca dei fatti stipulati, per renderli aderenti al vigente dettato normativo, la cui efficacia può essere applicata retroattivamente per gli ultimi tredici anni, come evidenziato nella sentenza di un Tribunale Amministrativo (Tar Puglia sez. I nr. 410 del 19 marzo 2019)”.
Le raccomandazioni della consigliera di opposizione sono dunque diverse, a partire dall’immediata sospensione di ogni tipo di accordo economico con l’azienda che non rispecchi quanto previsto dalla normativa, per poi dare immediato mandato ai competenti uffici di proporre, in sede di conferenza dei servizi, le misure compensative di carattere non meramente patrimoniale da includere nell’Autorizzazione Unica Ambientale per la mitigazione degli impatti di carattere ambientale e territoriale riconducibili alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, nella misura del 3% dei proventi, comprensivi degli incentivi vigenti. Viene poi raccomandato di sospendere immediatamente la procedura di valutazione della richiesta di Modifica Sostanziale dell’Autorizzazione Unica Ambientale recentemente avanzata dall’azienda biogas Ca’ Bianchina, fino ad avvenuta inclusione delle misure compensative, di adottare immediatamente le procedure per includere nell’Autorizzazione Unica Ambientale l’obbligo della rimessa in pristino dello stato dei luoghi a seguito della dismissione dell’impianto, e infine di realizzare un unico Centro Informativo Web, da creare sulla pagina del Comune, “in cui vengano inserite tutte le informazioni raccolte con la contestuale assunzione del ruolo di coordinamento complessivo delle comunicazioni ai cittadini e agli organi di informazione da parte del sindaco” come raccomandato da una circolare di Arpae.
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