Paolo Govoni dalla Camera di Commercio a Sipro
L’attuale vicepresidente della Camera di Commercio di Ferrara e Ravenna è benvoluto sia dalla parte politica (Comune di Ferrara in primis, che detiene il 48% della società) che da quella imprenditoriale
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Il Primo Maggio di Cgil, Cisl e Uil è dedicato al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Lo slogan che lo caratterizza è: “Uniti per un lavoro sicuro”. A Ferrara e provincia saranno tante le iniziative con banchetti per distribuzione garofani
«Il lavoro, un’alleanza sociale generatrice di speranza». Sarà questo il tema della prossima Festa diocesana dei lavoratori che si svolgerà il prossimo 1° maggio
Come ogni primavera ritorna l'appuntamento di Giardini Estensi dedicato ai piccoli e grandi giardinieri. L’evento del 3 e 4 maggio, giunto alla 21ª edizione, presenta la novità del cambio di location che passerà dal Parco Massari alla vicina Piazza Ariostea.
Si è svolto lunedì 28 aprile a Ferrara il primo incontro ufficiale con la delegazione proveniente da Toruń, in Polonia
Alleanze strategiche con il mondo dell’industria e stretta collaborazione con le eccellenze della ricerca nazionale e internazionale. Sono le caratteristiche chiave dei 17 corsi del nuovo ciclo di Dottorato dell’Università di Ferrara.
Grazie al decisivo contributo finanziario del Pnrr, il numero complessivo delle borse di studio disponibili è salito a 202, offrendo ad altrettanti giovani l’opportunità di frequentare il percorso di tre anni che rappresenta il più alto livello della formazione universitaria.
Un’offerta formativa, quella dottorale dell’Università di Ferrara, di alta qualità, a forte internazionalizzazione, che offre elevati livelli di professionalità e competitività in ambito lavorativo, come dimostra il recente Report 2023 di Almalaurea sul profilo e sulla condizione occupazionale di dottori di ricerca di Unife.
Il rapporto evidenzia come i dottori di ricerca dell’Ateneo estense abbiano performance occupazionali al di sopra della media. I dati, che analizzano le prestazioni di 102 dottori di ricerca del 2021 di Unife a un anno dal conseguimento del titolo, sono pari al 92,5%, contro il 90,9% italiano. Il 91,5% degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 47,5% è un ricercatore o tecnico laureato nell’università (46,9% il dato nazionale), mentre il 44,1% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione. Il 73,2% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, contro una media nazionale del 69,3%.
L’81,5% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto (76,7% il dato italiano), e il 78,6% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio.
Dati che Laura Ramaciotti, rettrice dell’Università di Ferrara, commenta con soddisfazione: “Quest’anno l’Ateneo di Ferrara presenta un’offerta di percorsi di dottorato variegata, inserita nel contesto nazionale e internazionale, oltre che attenta alle esigenze che provengono dal tessuto imprenditoriale. Gli ottimi risultati emersi dal Report di Almalaurea sono segnale dell’attenzione costante dell’Università di Ferrara verso i percorsi dottorali e confermano il valore e la qualità dei nostri corsi di alta formazione. Lo dimostra anche il dato relativo alla provenienza di chi svolge il dottorato nel nostro Ateneo: uno su due dottori di ricerca di Unife non ha conseguito la laurea a Ferrara. Più del 30% dei nostri dottorandi proviene da un’altra università italiana, circa il 24% ha cittadinanza estera. Questo significa che i nostri corsi sono in grado di attrarre candidati motivati e preparati, in cerca di proposte formative di alto profilo scientifico. L’attrattività dei nostri percorsi è sicuramente un risultato molto lusinghiero, che intendiamo consolidare puntando con ancora maggior decisione sul rapporto con le imprese a partire dal nostro territorio. La collaborazione tra tessuto produttivo e università continua a essere un elemento chiave per promuovere innovazione: recepire le necessità delle imprese, costruire percorsi consapevoli dei fabbisogni che queste esprimono e assicurare l’inserimento di giovani altamente qualificati nel contesto socio-economico sono solo alcuni degli obiettivi che il dottorato di ricerca permette di conseguire”.
Dei 14 corsi di dottorato con sede amministrativa a Ferrara, 5 sono offerti in collaborazione con prestigiose università straniere con rilascio del doppio titolo a tutti gli iscritti ai corsi, ovvero a dottorandi espressamente selezionati sui percorsi internazionali in ragione delle caratteristiche specifiche delle proprie ricerche; 3 si svolgono in collaborazione con altri Atenei o istituti di ricerca italiani e, rilevante novità, 2 sono dottorati industriali, organizzati in forma associata con imprese e aperti anche ai dipendenti delle imprese coinvolte impegnati in attività di elevata qualificazione. A questi si aggiungono i corsi con sede presso altri Atenei cui Unife partecipa come partner, 3 in totale.
Inoltre, Unife aderisce a 10 Corsi di Dottorato di Interesse Nazionale progettati e istituiti da consorzi di università e istituzioni di ricerca di alta qualificazione, di riconosciuto livello internazionale, i cui ambiti di ricerca spaziano dalle scienze economiche e sociali alle tecnologie alle scienze della vita, per una offerta formativa oltremodo variegata e coerente con le esigenze dovute al mutare delle condizioni economico-sociali e climatiche del Paese.
Il professor Vincenzo Guidi, ordinario del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra e Direttore dello Istituto Universitario di Studi Superiori (Iuss) aggiunge: “L’impulso dato al Dottorato di Ricerca dai fondi derivanti dal Pnrr è innegabile, tanto è vero che ben 88 borse di studio delle 202 messe a concorso sono finanziate o co-finanziate da fondi riconducibili al Pnrr. Ritengo però doveroso sottolineare l’impegno profuso da Unife nei confronti del tessuto economico e produttivo locale e regionale che grazie al fondamentale supporto e alla efficace sinergia creata con Confindustria Area Emilia Centro ha consentito di coinvolgere oltre trenta imprese nel cofinanziamento di borse dottorali e soprattutto nella formazione dei giovani ricercatori. Porgo quindi un doveroso riconoscimento e un grande ringraziamento a Confindustria, con cui spero avremo modo di ritrovarci a breve per condividere nuove idee e progettualità condivise che stiamo al momento affinando e che, mi auguro, potranno portare Unife ai massimi livelli di innovazione rispetto al tema della ricerca applicata e dell’innovazione di impresa. Credo infine importante richiamare anche il finanziamento accordato dalla Commissione Europea al Progetto “FuturData4EU” che, a partire dal prossimo ciclo dottorale e grazie al supporto della Regione Emilia Romagna, vedrà in Unife una delle sedi di formazione dei futuri ricercatori specialisti in BigData trasversali alla classica suddivisione disciplinare del sapere”.
Sul totale del campione intervistato (105 dottoresse e dottori di ricerca di Unife nel 2022) il 27,9% ha ottenuto un titolo congiunto o un titolo doppio/multiplo (joint degree o double/multiple degree) rispetto al 15,5% della media nazionale, mentre il 7,7% ha svolto un dottorato in collaborazione con le imprese (dottorato industriale o in alto apprendistato).
La qualità dei corsi di dottorato Unife si riconosce anche dalla capacità di attrarre talenti della ricerca anche da altri Atenei: infatti solo il 49% dei dottori di ricerca di Unife ha conseguito la laurea Ferrara, contro il 55,8% della media nazionale, segno che i dottorati Unife sono scelti per la loro qualità e selezionano i candidati migliori. Il 30,8% ha scelto Unife per conseguire il dottorato di ricerca dopo aver conseguito la laurea in un altro Ateneo italiano. Anche dall’estero: i dottori di ricerca con cittadinanza estera sono il 23,8% (16,3% il dato nazionale).
Il 78,8% dei dottori di ricerca Unife, già al momento della laurea aveva intenzione di iscriversi al dottorato. Un dato leggermente più alto della media nazionale del 76,4%. Tra le motivazioni il miglioramento della propria formazione culturale e scientifica (79,8% per i dottori Unife, in linea con il dato nazionale dell’81,7%), la possibilità di svolgere attività di ricerca e studio in ambito accademico (50% per Unife, 51,8 a livello nazionale) e per il 41,3% dei dottori di ricerca Unife il miglioramento delle prospettive lavorative (40,3% il dato nazionale).
Più elevata del dato nazionale anche la percentuale dei dottori di ricerca che ha svolto un periodo di studio/ricerca all’estero, il 55,8% contro il 40,1% e per il 15,5% di questi la durata dell’esperienza ha superato i 6 mesi. La soddisfazione complessiva dei dottori per l’esperienza all’estero è pari, in media, a 8,6 su una scala 1-10.
Tra i dati significativi anche il coinvolgimento dei dottori in gruppi di ricerca, 76,9% (77,6% il dato italiano) e la percentuale di chi ha realizzato almeno una pubblicazione, l’86,5% in linea con l’86,8% della media nazionale e, tra questi, l’88,9% l’ha realizzata in inglese.
Si iscriverebbero nuovamente allo stesso corso di dottorato nello stesso Ateneo il 64,4% dei dottori di ricerca. L’acquisizione di nuove competenze e abilità specifiche ha ottenuto in media un punteggio di 8,1 su 10, l’approfondimento di contenuti teorici 7,8 e la padronanza di tecniche di ricerca 7,9.
I dati, che analizzano le performance di 102 dottoresse e dottori di ricerca del 2021 di Unife a un anno dal conseguimento del titolo, sono superiori alla media per quanto riguarda il tasso di occupazione, pari al 92,5%, contro il 90,9% italiano. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze lavoro ovvero su quanti sono inseriti nel mercato del lavoro, è pari al 3,1%, nettamente inferiore al dato nazionale del 4,5%.
Il 91,5 degli occupati svolge una professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione: in particolare, il 47,5% è un ricercatore o tecnico laureato nell’università (46,9% il dato nazionale), mentre il 44,1% svolge un’altra professione intellettuale, scientifica e di elevata specializzazione.
Il 73,2% ha dichiarato di svolgere attività di ricerca, in una giornata lavorativa tipo, in misura elevata, contro una media nazionale del 69,3%.
L’81,5% ritiene che il titolo di dottore di ricerca sia molto efficace o efficace per il lavoro svolto (76,7% il dato italiano), e il 78,6% degli occupati dichiara di utilizzare in misura elevata le competenze acquisite durante il percorso di studio.
Dove vanno a lavorare? Il 33,9% dei dottori di ricerca è occupato nel settore privato rispetto al 31,9% nazionale, il 61,3% nel settore privato (65% a livello nazionale). In quanto agli ambiti di attività, il settore servizi assorbe l’87,1% dei dottori di ricerca contro l’88,2% italiano, mentre l’industria accoglie il 12,9% degli occupati contro il 10,5% della media italiana.
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