Cronaca
6 Luglio 2023
Nell'ultima udienza riprodotte in aule le intercettazioni tra Dino Pippo Internò e sua moglie Antonella Raimondo. Diversi i dubbi della Corte che ritiene che una di quelle telefonate sia stata fatta con un linguaggio criptico

Bergamini. Dalle intercettazioni tra il cugino di Internò e la moglie spuntano nuove ombre

di Redazione | 6 min

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di Stefania Scarfò

La notizia è che Dino Pippo Internò risulta indagato in un procedimento parallelo del 2021 della Procura di Castrovillari per omicidio volontario in concorso. L’omicidio è quello del calciatore di Argenta Denis Bergamini avvenuto il 18 novembre 1989 lungo la Strada Statale 106 all’altezza di Roseto Capo Spulico.

Il cugino di quella che è, attualmente, l’unica imputata per la morte dell’ex calciatore del Cosenza, era tra i testimoni previsti per l’udienza che si è celebrata ieri (5 luglio) presso il tribunale di Cosenza. Escussione che, però, considerati i nuovi risvolti, è stata rinviata alla ripresa delle udienze dopo la pausa estiva, ossia al prossimo 11 settembre, quando Internò dovrà presentarsi accompagnato da un avvocato, a meno che questo nuovo procedimento a suo carico non venga archiviato.

A salire sul banco dei testimoni sono allora in tre. Il primo è Vincenzo Pappalardo, carabiniere che nel 2012-2013 condusse indagini sul caso. In particolare, in un’informativa del 2013 nella quale emerge un controllo stradale dell’auto di Francesco Patitucci, all’interno della quale l’uomo (pregiudicato) si trovava in compagnia di un altro pregiudicato Francesco Gentile e dei due fratelli Dino Pippo e Roberto Internò.

Quindi, Pietro Casciaro, cugino di Isabella, figlio di Raffaele Casciaro e Silvana Internò (sorella di Francesco padre di Isabella). “Isabella è mia cugina ma non ho mai avuto rapporto con lei, non ci siamo mai frequentati”. Diverso il rapporto con Dino Pippo: “Abitavamo vicini, ci frequentavamo come si frequentano i cugini, qualche volta uscivamo insieme, giocavamo a calcio. Con suo fratello Roberto, invece, normali rapporti tra cugini, Roberto è più grande di noi”.

Quanto a Denis: “Non l’ho mai conosciuto e non ho neanche mai saputo che stesse insieme ad Isabella”. Come dimostrano, però, diversi scatti del giorno del funerale del calciatore, in quella circostanza Casciaro si trova in chiesa, assieme agli altri cugini, proprio alle spalle di Isabella: “Sono andato al funerale solo per curiosità, c’era un sacco di gente, era una cosa triste. Non ricordo come ho saputo della morte di Bergamini, forse me lo ha detto mia madre quando sono tornato a casa quella sera, ma non ricordo dove sono stato prima, né cosa ho fatto quella sera”.

Della vicenda relativa alla morte del ventisettenne di Argenta, Casciaro dichiara di non essersi mai interessato: “Non ho mai parlato con Isabella della vicenda perché non ho mai avuto rapporti con lei. Non ne ho parlato neanche con nessun altro perché la cosa non mi riguardava”.

In aula gli vengono, però, fatte ascoltare due intercettazioni del novembre 2017, nello stesso pomeriggio l’umo chiama prima la madre, Silvana Internò, quindi la sorella Concetta Casciaro per informarle della messa in onda, quella sera di una puntata di Quarto Grado nella quale una nuova testimone avrebbe parlato del caso Bergamini. “Una fidanzata che ha scritto una lettera e dice di sapere la verità” dice ad entrambe. Le due donne appaiono seccate, la madre afferma: “E dopo trent’anni se ne esce questa fidanzata? Lo dico a tuo padre così la guarda”, la sorella invece “Chi è sta ciota? Ora la accusano ad Isabella“.

Gli viene chiesta come mai abbia informato le due donne e Casciaro risponde “magari temevo potessero parlare di noi“. Alla domanda della presidente della Corte del perché avesse questo timore e cosa temesse in particolare l’uomo risponde con una serie di “Non saprei, non ricordo”.

All’uomo viene anche chiesto del suo precedente ed unico colloquio con le autorità, nel 2019 alla Procura di Castrovillari quando fu sentito dal Procuratore Facciolla che gli fa notare come ci sia una telefonata intercettata tra i due fratelli Dino Pippo e Roberto Internò nel corso della quale il secondo dice al primo di non aver voluto riconoscere nella foto del funerale il cugino Pietro Casciaro per non tirarlo in mezzo nella vicenda. L’uomo affermò allora di non sapere come mai i cugini avessero detto qualcosa del genere e oggi afferma “non mi sono interessato del perché abbiano fatto il mio nome perché tanto io non c’entravo nulla e non mi sono seccato né ho chiesto mai loro come mai abbiamo parlato di me”.

Tocca, quindi, Antonella Raimondo moglie di Dino Pippo Internò, cugino di Isabella.

“Avevo 17 anni quando ho cominciato a frequentare Dino Pippo, poi abbiamo ufficializzato il fidanzamento nel ’92 o ’93 e ci siamo sposati nel ’95”. “Non ricordo come ho appreso della morte di Bergamini, forse alla radio, ma non ricordo proprio. Con Dino Pippo non ho mai parlato di Bergamini e della sua morte, non neanche se mi disse di essere andato al suo funerale. Io della vicenda non ricordo nulla perché non mi interessava. Ho cominciato a chiedere e parlare della vicenda solo quando venne riaperta l’indagine, non so dire in che anno ma quando cominciai a vedere sui giornali le foto del funerale”.

Una cosa che, invece, la donna ricorda bene è il racconto che successivamente suo marito le fece sulla sera della morte di Denis. “Dino Pippo mi raccontò che erano tutti a casa sua per una riunione in famiglia. C’erano i suoi genitori, lui, il fratello Roberto, il cugino Luigi D’Ambrosio, le cognate e lo zio Franco (padre di Isabella), non ricordo se ci fosse anche la zia Concetta (madre di Isabella). Arrivò una telefonata di Katia (sorella di Isabella) che informò zio Franco dell’accaduto e poi lo zio, Roberto e Luigi partirono per recarsi da Isabella”.

La Raimondo al tempo non partecipava ancora a queste riunioni di famiglie, alle quali cominciò a prendere parte solo più in là: “Forse qualche anno prima del matrimonio o subito dopo”. Nelle sue partecipazioni a tali riunioni di famiglia “Non ho mai visto né zio Franco né zia Concetta”.

L’avvocato Anselmo procede con il fare ascoltare in aula alcune intercettazioni. La prima, del 16 maggio 2013 vede coinvolta la Raimondo e sua cognata Nadia. La prima afferma: “I giornalisti all’inizio hanno detto che l’ha ammazzato zio Franco, per un delitto d’onore“. A chiarimento la donna risponde di aver sentito questa versione in una trasmissione di Rete4.

Sette giorni più tardi la donna viene intercettata al telefono con il marito. Ad un certo punta della telefonata, tra qualche “eeeee” e qualche “aaaaa” la donna gli chiede “Hai visto alla tv ieri sera Raoul Bova?” il marito prova a rispondere ma la donna lo sovrasta e insiste con “A Raoul Bova, Raoul Bova, Raoul Bova”. Dino Pippo afferma che non deve temere nulla e fa il nome di Pietro (Casciaro?), la donna lo incalza, lo epiteta come “stronzo“e cerca di zittirlo. La Corte chiede il significato di quella telefonata, ritenuta effettuata con un linguaggio criptico nel timore di essere intercettati e la presidente esorta più volte la teste a non mentire e le ricorda di aver giurato di dire la verità. La donna afferma di non ricordare affatto la telefonata né di saperne indicare il tenore.

Infine, un’ultima intercettazione, datata 19 luglio 2017 sempre tra marito e moglie nella quale l’uomo dice alla donna che sarebbero spuntati due supertestimoni a favore di Isabella che avrebbero visto tutto. Testimoni dei quali però la Raimondo non chiede nulla al marito né in quella circostanza né in occasioni future.

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