
Sara Corcione
Nei giorni scorsi, la Procura della Repubblica di Ferrara – pm Lisa Busato – ha avanzato una richiesta di rinvio a giudizio per la 39ene Sara Corcione, la donna accusata di aver ucciso la madre, la 64enne Sonia Diolaiti, avvelenandola nel suo appartamento di via Ortigara. Un fatto, questo, per cui ora gli uffici di via Mentessi chiedono che venga processata davanti alla Corte d’Assise con l’accusa di omicidio premeditato, aggravato dal vincolo di parentela.
I fatti risalgono alla tarda serata del 27 luglio scorso, quando Corcione – come da lei stessa confessato agli inquirenti – aveva atteso che la madre si recasse in vacanza sul Lago di Garda per entrare nel suo appartamento in via Ortigara e portare a termine il piano che elaborava da quasi un anno, da quando cioè – nell’agosto del 2021 – si era procurata le dosi letali di nitrito di sodio con cui la uccise.
La madre morirà tra atroci dolori. Chiamerà anche la figlia per chiedere aiuto. Ma la figlia rimarrà a letto serena, attendendo che il veleno facesse il suo corso.
Solo tre giorni dopo il cadavere verrà scoperto, nella nottata tra venerdì 29 e sabato 30 luglio, quando una coppia di amici della vittima, non avendo più sue notizie da alcuni giorni, chiesero informazioni alla figlia, che diede loro giustificazioni ritenute non plausibili e che li fecero insospettire. Da lì la chiamata al 112 e la macabra scoperta.
Su quanto accaduto, la Procura dispose subito tre consulenze tecniche: una informatica, una chimica e infine – la principale – quella psichiatrica sulla donna – oggi reclusa nel carcere di via Arginone e assistita dall’avvocato Antonio Cappuccio – con cui lo psichiatra Luciano Finotti ne constatò la capacità di intendere e di volere al momento dell’omicidio, nonostante un grave disturbo paranoide della personalità, e per questo in grado di stare in processo, col giudice dell’udienza preliminare Carlo Negri che ha fissato l’udienza per la discussione al 27 giugno in tribunale a Ferrara.
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