Cronaca
8 Maggio 2023
L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina: di quindici identificati nel corso di un controllo sei erano irregolari, gli altri formalmente dipendenti di un'impresa ma usati promiscuamente da tre entità legali. Le commesse del laboratorio superano i 3 milioni di euro e arrivano da grosse società della moda

Sei clandestini in un laboratorio di confezioni, la Finanza denuncia tre imprenditori cinesi

di Redazione | 2 min

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Sono sei i lavoratori di etnia cinese irregolari sul territorio nazionale, scoperti dai finanzieri del Comando Provinciale di Ferrara nell’ambito di una specifica attività avviata nei confronti di tre imprese manifatturiere del pronto moda e volta a verificare il regolare adempimento degli obblighi tributari.

Le tre aziende, gestite da cinesi, operano nel medesimo stabilimento situato a Ferrara. Nel corso delle attività, i finanzieri hanno identificato complessivamente quindici persone, tutte di origine cinese, formalmente dipendenti di una delle tre imprese, ma di fatto utilizzate in modo promiscuo.

Su quindici persone identificate, sei sono risultate in stato di clandestinità e sono state quindi accompagnante presso la caserma della Guardia di Finanza di via
Palestro, per il fotosegnalamento. Con il supporto dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ferrara, è stato poi avviato il successivo iter procedurale previsto dalla normativa sull’immigrazione che ha portato a segnalare i clandestini all’autorità giudiziaria per la permanenza illegale nel territorio nazionale. Nei loro confronti sono stati anche notificati i provvedimenti di espulsione disposti dal Prefetto di Ferrara e l’ordine del questore a lasciare il territorio nazionale.

A carico del titolare dell’impresa, che ha occupato i propri connazionali privi del permesso di soggiorno e degli altri due amministratori delle aziende che risultano avere sede nello stesso capannone, è scattata la denuncia per il reato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. In particolare, al datore di lavoro è stato contestato l’ingiusto profitto della condizione di illegalità accertata a carico dei sei lavoratori clandestini, in relazione alle precarie condizioni igienico sanitarie in cui versavano l’alloggio e i locali comuni (bagno e cucina) che erano stati dati loro in uso.

Ora l’attenzione dei finanzieri è concentrata a definire i ruoli di ciascuno dei titolari delle imprese per verificare la reale operatività delle medesime e la regolarità dei relativi rapporti economici e finanziari instaurati per l’esecuzione delle commesse che superano i tre milioni di euro all’anno. Un’impresa, in particolare, ha ordini in corso di lavorazione, da importanti società operanti nel mondo della moda.

L’operazione rientra nell’ambito delle attività espletate dalla Guardia di Finanza volte al contrasto delle irregolarità perpetrate da imprese che, sfruttando gli indebiti vantaggi del lavoro nero ed irregolare, producono effetti distorsivi sulla economia del territorio, alterando le regole della libera concorrenza.

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