A fronte della richiesta di rinvio a giudizio per otto persone, il pm Alberto Savino ha chiesto l’archiviazione per Nicola Zanardi, Giorgina Arlotti, Daniele Palombo, Marco Cenacchi, Massimo Cazzola, Diego Carrara e – per un capo di imputazione – Tiziano Tagliani.
Che i “grandi manovratori” fossero Tagliani e Filippo Parisini, ex presidente dell’ente Fiera, il pm lo evince dalle parole dello stesso Parisini, intercettate dagli inquirenti: “Tagliani con cui ho un rapporto spettacolare, mi disse tieniti la manutenzione straordinaria temporanea per fare tu da veicolo di incasso di quei soldi della Regione”.
L’impianto accusatorio si basa sul fatto che il finanziamento della Regione attraverso il sistema “Sfinge” fu ottenuto attraverso un artificio, ossia la dismissione degli oneri della ricostruzione a carico del Comune a favore di Ferrara Fiere, con un patto simulato tra l’allora sindaco Tagliani e Parisinni: la fiera si sarebbe assunta l’onere della ricostruzione per poter così accedere alla procedura Sfinge, che era appannaggio solo di enti commerciali e che riconosceva molti più contributi a fondo perduto. Fu così che la Fiera incassò dalla Regione quasi 5 milioni di euro. Il percorso per l’ottenimento fu costellato da numerosi falsi.
Le indagini, secondo la procura, avrebbero dimostrato che quei soldi non sono stati destinati tutti ai lavori, ma sarebbero stati parzialmente occultati e destinati a scopi estranei alla ricostruzione, grazie all’accordo con la ditta AeC, vincitrice della gara (secondo l’accusa pilotata).
Rispetto alla chiusura delle indagini il pm ha chiesto l’archiviazione per l’abuso di ufficio contestato a Nicola Zanardi, presidente della Fiera fino al 2016. Zanardi avrebbe conferito all’ingegnere Davide Grandis dal marzo 2014 al giugno 2019 l’incarico di direzione e progettazione dei lavori per 500mila euro, ma i fogli che attestano l’avvenuto affidamento non è mai stato rinvenuto.
Archiviazione anche per l’ipotesi di turbativa d’asta nei confronti dei funzionari Acer che curarono la gara pubblica. Le prove raccolte dalla procura dimostrano che gli altri soggetti coinvolti tentarono di estromettere l’Agenzia dal controllo sui lavori e il pm riconosce quindi l’estraneità del presidente Palombo, del direttore Carrara, del responsabile ufficio tecnico Cenacchi e del dirigete del servizio tecnico Cazzola.
Altra archiviazione riguarda l’ipotesi a carico dell’ex sindaco Tagliani relativa a una presunta corruzione. L’ipotesi iniziale vagliava una intercettazione di Parisini che, all’indomani delle perquisizioni della Guardia di Finanza, si reca immediatamente dal suo mentore. Tagliani gli promette di avvertire personalmente Franceschini e il ministro Minniti dell’indagine in corso, augurandosi che qualcuno intervenga dall’alto e si interessa dei nomi dei Carabinieri che stavano svolgendo le indagini.
Nonostante emerga come Tagliani fosse tra gli ideatori del progetto, non ci sono prove, pur se “il suo comportamento presenta numerose ombre e gravi sospetti”, annota il pm, che abbia percepito denaro.
Per Tagliani cade anche l’accusa iniziale di abuso d’ufficio e omissione di cautele antisismiche. Anche qui mancano conferme per la prima ipotesi circa un qualche vantaggio dell’ex sindaco nel garantire a Parisini la celebrazione dell’attività fieristica (che si sarebbe dovuta interrompere in caso di intervento di messa a norma). L’omesso intervento sarebbe quindi dovuto a semplice negligenza.
Quanto alla seconda ipotesi, non era il sindaco l’organo amministrativo deputato a intervenire.
La stessa accusa era rivolta alla direttrice della Fiera, Arlotti. Quel ruolo le era riconosciuto per ragioni di marketing, ma non ricopriva le funzione che spetterebbero normalmente per tale qualifica. Da qui la richiesta di archiviazione anche per lei. L’obbligo di garantire la sicurezza sul lavoro era invece appannaggio di Parisini e infatti il pm ne ha chiesto il rinvio a giudizio anche per questa ipotesi di reato.
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