Cronaca
25 Marzo 2023
Una 52enne dovrà rispondere del reato di minaccia e lesioni - entrambe aggravate - nei confronti del compagno. Ma le versioni dei due sono discordanti

Aggressione in Gad. Lei lo accoltella e lui chiama la Polizia

di Davide Soattin | 2 min

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Dovrà rispondere del reato di minaccia e lesioni – entrambe aggravate – una 52enne di origini rumene, che avrebbe ferito con un coltello il proprio compagno al culmine di una lite, avvenuta all’interno del loro appartamento, nella torre a del Grattacielo.

La vicenda risale al 29 luglio 2019 e nasce dalla telefonata effettuata dall’uomo agli operatori di Polizia che, dopo aver raccolto la segnalazione, entrarono nell’alloggio e lì trovarono la presunta autrice del gesto.

Presunta autrice che, secondo la versione dei fatti ricostruita dalla vittima, gli si sarebbe scagliata contro per futili motivi, impugnando dapprima un coltello e poi minacciandolo che se non se ne fosse andato di casa lo avrebbe ammazzato.

Nel corso della colluttazione, l’uomo – sempre secondo la propria testimonianza – avrebbe successivamente provato a disarmare la fidanzata, ma è proprio in quel frangente che sarebbe stato ferito al gomito sinistro con la lama dell’arma bianca, prima di darsela a gambe spaventato e chiamare il 113.

Secondo quanto reso spontaneamente dalla donna, però, la ricostruzione dell’accaduto sarebbe andata diversamente. L’imputata infatti, oltre a negare qualsiasi contatto fisico con l’uomo, raccontò agli agenti che, poche ore prima, mentre si trovava in un’agenzia di collocamento per badanti in viale Po, era stata a sua volta vittima di un’aggressione verbale da parte del compagno, che lì l’aveva raggiunta prendendola a male parole, prima di venir allontanato dal proprietario dell’attività.

Ieri (venerdì 24 marzo) si è tenuta l’udienza del processo a suo carico, durante cui sono stati sentiti gli agenti della polizia giudiziaria intervenuti per sedare la lite, che hanno confermato la presenza del coltello insanguinato – ritrovato sotto il letto dai poliziotti – e del sangue sul muro della camera da letto. Al termine, il giudice ha rinviato a giugno per sentire l’imputata – difesa dall’avvocato Valentina Bordonaro – e la persona offesa.

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