Politica
8 Marzo 2023
Il consiglieri di minoranza avevano chiesto un parere al Ministero dell'Interno su quello che avevano definito "bullismo istituzionale" di Mazzatorta. Presentata una mozione per il ritiro della direttiva dirigenziale

Il dg del Comune smentito dal Viminale, non si può vietare ai consiglieri di parlare con i dirigenti del Comune

di Redazione | 2 min

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E’ stato definito dai consiglieri comunali di minoranza un atto di “bullismo istituzionale” e ora, dopo il parere autorevole del Ministero dell’Interno, l’Amministrazione comunale dovrà fare marcia indietro sulla direttiva, firmata dal direttore generale Sandro Mazzatorta, che impone ai consiglieri che vogliano ottenere informazioni dai dirigenti comunali di passare, prima, da una richiesta al presidente del Consiglio comunale, esplicitando inoltre che i dirigenti possono rilasciare informazioni soltanto in presenza degli assessori di riferimento.

Le argomentazioni di Mazzatorta vertono su una presunta distinzione tra accesso ai documenti e richiesta d’informazioni, distinzione che lo stesso Ministero dell’Interno ha invece smentito, ed è per questo che ora i gruppi di opposizione (Pd, Ferrara Bene Comune, Gruppo Azione Civica e Gruppo Misto) che avevano richiesto il parere intendono farlo rispettare. Proprio loro hanno infatti presentato una mozione, che verrà messa ai voti nel prossimo Consiglio comunale, con la quale si intende impegnare sindaco e giunta a “verificare che il direttore generale avv. Mazzatorta abbia ottemperato al parere del Ministero dell’Interno ritirando la direttiva” nonché a “ripristinare il clima di corretta collaborazione tra i dirigenti e i Consiglieri comunali, nel rispetto dei reciproci ruoli e della funzionalità degli uffici dell’Ente”.

La “smentita” a Mazzatorta e alla sua direttiva, come detto, arriva quindi direttamente dal Viminale che ha ribadito che l’art. 43 comma 2 del Tuel (il testo unico degli enti locali) “utilizza in senso ampio l’espressione notizie e informazioni che comprende sia il diritto di accesso alla documentazione, con rilascio di copie, sia il diritto ad essere informati sulle attività dell’Ente”. L’autorevole parere richiama l’ampia produzione giurisprudenziale in merito, fino all’ultima sentenza del Tar Campania del 29 dicembre 2022, n. 3716, dove si ribadisce che il richiamato art.43, “nella sua chiarezza espositiva è ispirato alla ratio di garantire ai rappresentanti del corpo elettorale l’accesso ai documenti e alle informazioni utili all’espletamento del loro mandato (munus publicum) anche al fine di permettere e di valutare, con piena cognizione, la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione, e di esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del Consiglio, onde promuovere, anche nell’ambito del consiglio stesso, le iniziative (interrogazioni, interpellanze, mozioni, odg, deliberazioni) che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale”.

Il Ministero, infine, evidenzia anche che l’art. 5 comma 3 del Regolamento del Consiglio Comunale, richiamato da Mazzatorta, “si limita a precisare che nel caso in cui si intendano acquisire notizie da uffici delle aziende, istituzioni ed enti dipendenti dal Comune (e dunque non notizie acquisibili all’interno della struttura comunale), le richieste “possono” essere inoltrate tramite la Presidenza del Consiglio Comunale, null’altro disponendo”.

Dunque nessun obbligo da cui possa essere fatto derivare un divieto.

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