Cronaca
7 Marzo 2023
Imputate quattro persone. Contro di loro la Fipsas si costituirà parte civile per la prima volta

A Ferrara processo storico contro il bracconaggio

di Redazione | 3 min

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Inizia oggi a Ferrara un processo per un verso storico contro il bracconaggio. Davanti alla giudice Carlotta Franceschetti si costituirà per la prima volta parte civile la Fipsas, la Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee.

Il ‘precedente’ è nelle mani del sostituto procuratore Andrea Maggioni, che ha portato a processo quattro persone, arrestate in flagranza dai carabinieri nei giorni scorsi. Alexandra Marinel Coman, 35 anni, Costantin-Catalin Cretu, 21 anni, Tulian Stan, 30 anni, Mihai-Gabriel Dumitru, 30 anni, tutti di nazionalità rumena e residenti a Fusignano, in provincia di Ravenna, sono imputati di furto aggravato in concorso.

I reati contestati dai carabinieri prevedono poi bracconaggio ittico, danneggiamento, maltrattamento e uccisione di animali con l’aggravante della crudeltà.

I quattro pescatori di frodo erano stati arrestati ad Argenta, in località “Valle Santa”, dai Carabinieri forestali durante le prime ore della notte di giovedì mentre erano intenti a raccogliere i pesci che avevano precedentemente ucciso o stordito.

L’autorità giudiziaria, in relazione ai gravi indizi raccolti dagli inquirenti aveva chiesto il processo per direttissima. Venerdì si è svolta la prima udienza che si è conclusa con la convalida dell’arresto e la disposizione della misura cautelare della presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria per tutti gli imputati.

Attraverso una serie di avvistamenti e pedinamenti, condotta dalle stazioni dei Carabinieri forestali di Portomaggiore e Ferrara e dal Nucleo Biodiversità di Casalborsetti, con il supporto operativo dei reparti territoriali dell’Arma delle compagnie di Portomaggiore e Ferrara e del comando provinciale di Ferrara, durante la notte tra mercoledì e giovedì scorsi – anche grazie alla collaborazione dei volontari dell’associazione ‘Eurocarp Club’ di Comacchio e del comando della Polizia locale di Ravenna – le pattuglie dei Carabinieri forestali sono riuscite ad individuare l’area dove stavano operando alcuni pescatori di frodo che stavano operando illecitamente nelle acque all’interno della proprietà del consorzio della Bonifica Renana: con un elettrostorditore, realizzato in maniera artigianale con cavi elettrici collegati ad una batteria, i quattro pescatori di frodo avevano da poco ‘pescato’ con l’ausilio di un gommone numerosi esemplari di carpe, siluri, carassi e anguille per un totale di circa 500 chili di pesce stordito o già ucciso.

I bracconieri si erano introdotti nell’area distruggendo e rendendo inservibile parte della recinzione. I quattro sono stati sorpresi durante la fase di raccolta dei pesci

Dopo gli arresti i militari avevano immediatamente ributtato in acqua i pesci ancora vivi, circa 300 chili, mentre gli altri 200 chili, già morti e non più idonei al consumo alimentare, sono stati sequestrati e destinati alla distruzione.

I carabinieri avevano posto sotto sequestro, oltre al materiale utilizzato per la pesca di frodo, anche un gommone e l’automezzo all’interno del quale era stato stipato il pesce pescato.

Il processo inizierà nel primo pomeriggio. La Fipsas chiederà di costituirsi parte civile attraverso lo studio legale Storari-Cintio.

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