Cronaca
25 Febbraio 2023
Tre le testimonianze raccolte in Corte d’Assise per la nuova udienza sulla morte del calciatore. La madre non potrà testimoniare in aula

Omicidio Bergamini. L’ex compagno del Cosenza: “Denis era un ragazzo eccezionale, un professionista serio”

di Redazione | 4 min

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di Stefania Scarfò

Tre le testimonianze raccolte in Corte d’Assise a Cosenza per la nuova udienza nel processo sulla morte di Donato “Denis” Bergamini.

Il primo a sedersi sul banco dei testimoni è Nicola Di Leo, ex calciatore (portiere) al Cosenza nella stagione ’89-’90. Di Leo racconta, in particolare l’episodio legato alla morte di Corrente e Rende, due ‘tuttofare’ del Cosenza, tragicamente scomparsi in un incidente stradale lungo la statale 106 all’altezza di Bernalda a pochi chilometri da Roseto Capo Spulico all’indomani dell’ultima gara della stagione 1989-1990.

“Conoscevo Mimmolino Corrente e Alfredo Rende, erano tuttofare in ambito del Cosenza Calcio – racconta l’ex giocatore -. L’ultima giornata di campionato della stagione ’89-’90, di rientro dalla trasferta di Trieste, avevo programmato il mio ritorno a casa, a Trani, in treno. Mimmo e Alfredo mi convinsero a scendere in macchina con loro. Da Ancora a Trani guidai io mentre loro riposarono. Arrivati a Trani, intorno alle 3 di notte, cercai di convincerli in tutti i modi a fermarsi a dormire da me prima di riprendere il viaggio per Cosenza, ma loro non ne vollero sapere perché dovevano lavorare il giorno dopo”.

L’indomani mattina “seppi del loro incidente (i due morirono lungo la statale 106 all’altezza di Bernalda a pochi chilometri da Roseto Capo Spulico, ndr). Non ho mai superato quel trauma, quell’episodio mi segnò tanto da non voler più rimanere a Cosenza. Nello spogliatoio si diceva che Corrente a fine stagione sarebbe andato a Ferrara a parlare con la famiglia di Denis per consegnare loro alcune cose appartenute a Denis e per dire loro la sua verità”.

Quindi è toccato a Gianluca Presicci, altro ex compagno di squadra di Denis al Cosenza per tre stagioni, dall’86-’87 all’88-’89. Presicci racconta alcuni dettagli del suo rapporto con Denis e della sua conoscenza con Isabella Internò. “Conoscevo Isabella, l’ho incontrata alcune volte con Denis, abbiamo fatto qualche uscita insieme. Ricordo una volta che siamo stati a mare insieme a Paola, con la mia fidanzata e anche con Padovano e Simoni”.

Poi il teste rivela che “ho saputo dell’aborto di Isabella solo dopo la morte di Denis, ma non ricordo in quale momento. A fine stagione ’88-’89 siamo stati una settimana in vacanza a Riccione io, Denis, Padovano e Marino; fu una vacanza in cui passammo tutto il tempo in spiaggia a giocare a calcio. Denis era un ragazzo eccezionale, un professionista serio. Il suo pensiero costante era quello di fare la migliore carriera possibile”.

L’ex compagno si commuove ricordando il momento in cui apprese della morte di Denis, in ritiro con il Modena, squadra nella quale militava nella stagione ’89-’90.

“Chiesi a Michele Padovano, siccome io ero già andato via, se sapesse qualcosa della morte di Denis o se ne fosse coinvolto, ma lui non sapeva davvero nulla. Lo dissi anche a Donata Bergamini quando mi chiamò per sapere se Padovano potesse avere avuto un ruolo. Le dissi «Se ti è rimasto un briciolo di energia non spenderlo su questa pista, percorrine altre». Se c’è una cosa che rimprovero a Denis è di non aver parlato con nessuno, di non essersi confidato”.

Infine, il carabiniere Gianfredo Lecci, intervenuto sul luogo dell’incidente nella sera del 18 novembre 1989. Un ordine di servizio di quel giorno riporta anche la sua presenza al posto di controllo nel quale venne fermata la Maserati bianca sulla quale viaggiavano Denis e Isabella.

Lecci, pur avendo riconosciuto la sua firma sull’ordine di servizio, non ricorda di aver partecipato a quel posto di controllo e ricorda di aver visto la Maserati parcheggiata nella piazzola di sosta solo una volta arrivati sul luogo dell’incidente. Ricorda di essere arrivato sul posto quando era già buio, di non aver compiuto operazioni di indagine ma solo di viabilità, di aver visto il corpo di Denis davanti alla ruota anteriore del camion e di aver sentito il camionista in lacrime gridare “Non l’ho visto, non l’ho visto. Mi è comparso davanti all’improvviso”.

A conclusione la Corte ha disposto l’acquisizione delle sommarie informazioni rilasciate da Maria Zerbini, madre di Denis. La donna, affetta da gravi patologie, non sarebbe in grado di presentarsi in udienza né tantomeno di riferire sulla vicenda. Si torna in aula il prossimo 8 marzo.

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