“La certificazione di genere è il punto di arrivo di un percorso che offre importanti opportunità. Non solo per gli incentivi riconosciuti dallo Stato, che non vanno comunque sottovalutati, ma anche e soprattutto perché costringe a riflettere sull’organizzazione della propria azienda, a migliorarla, a creare un ambiente di lavoro migliore e più rispettoso della parità di genere”.
Jessica Morelli, presidente di Cna Impresa Donna Ferrara, ha spiegato così, mercoledì 8 febbraio, le ragioni per cui Cna ha deciso di intraprendere, e proporre alle proprie aziende socie, un percorso verso la certificazione di genere. Lo ha fatto nel corso del convegno “La parità di genere per lo sviluppo aziendale”, organizzato dalla Cna insieme all’associazione Fare Diritti e Dnv Italia.
Che percorso deve intraprendere un’azienda che voglia ottenere la certificazione di genere? “Prima di tutto deve crederci veramente – ha spiegato Stefania Pesce di Dnv Italia – poi deve affidarsi a un ente certificatore. La parità di genere è, fondamentalmente, una sistema di gestione aziendale: all’azienda si chiede di mettere in pista delle procedure e delle buone pratiche che dimostrino il suo impegno verso la parità di genere”.
“Il percorso verso la certificazione comporta dei vantaggi, interni ed esterni – ha spiegato Federica Stecchi, consulente di gestione risorse umane – Accanto agli sgravi previdenziali riconosciuti dallo Stato, e alle premialità nella partecipazione ad appalti pubblici, la parità di genere migliora il clima aziendale, l’ambiente di lavoro, e influisce positivamente sulla produttività, come attestano ormai tutte le ricerche sull’argomento”.
Anche Cna intende ottenere entro il 2023 la certificazione di genere: “Per l’associazione, che conta migliaia di imprese socie, e per l’insieme del sistema associativo, che conta oltre 170 dipendenti, significherà in gran parte formalizzare buone pratiche già in atto da tempo. Faccio un solo esempio: Cna mette a disposizione, in occasione di tutti i propri eventi, un servizio di baby sitting gratuito rivolto sia agli uomini che alle donne. Inoltre, metteremo a punto un piano di miglioramento, per raggiungere un obiettivo in cui crediamo moltissimo”
Hanno concluso il convegno gli interventi di Michela Salvaggio e Andrea Cacciari, presidente e direttore della cooperativa La Città Verde, che si occupa di integrazione e inserimento al lavoro di persone svantaggiate: “La cooperativa da oltre trent’anni ha una mission: occuparsi delle persone, creando integrazione e benessere sociale – ha spiegato la presidente – Per noi avviare un percorso di certificazione di genere, e rendere questa attenzione alle persone ancora più evidente, è stato il naturale prolungamento dell’attività che svogliamo per statuto da molti anni”.
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