Spettacoli
2 Febbraio 2023
Dal 3 al 5 febbraio va in scena "Il berretto a sonagli". Sabato mattina incontro con la compagnia

Pirandello secondo Gabriele Lavia al Teatro Comunale di Ferrara

di Redazione | 3 min

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(foto di Tommaso Le Pera)

Dal 3 al 5 febbraio (venerdì e sabato ore 20.30, domenica ore 16) al Teatro Comunale di Ferrara è in scena Il berretto a sonagli, testo amaro, comico e crudele di Luigi Pirandello, specchio di una società “malata di menzogna”. Gabriele Lavia, tra le voci più appassionate del teatro del Nobel siciliano, interpreta l’umile scrivano Ciampa, che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo infelice matrimonio.

Il berretto a sonagli fu scritto da Luigi Pirandello nel 1916, in siciliano, per il grande attore Angelo Musco, con il titolo ‘A birritta cu’ i ciancianeddi. I lavori per la rappresentazione, però, furono caratterizzati dalle continue tensioni tra l’autore e l’interprete e non ebbe il successo sperato: secondo il professore (come lo chiamava Musco) la commedia doveva concentrarsi sui paradossi del personaggio e dell’esistenza, mentre l’attore, abituato a rappresentazioni brillanti, voleva sottolinearne l’aspetto comico. Pirandello terminò la versione in italiano nel 1918, che fu rappresentata per la prima volta nel 1923. Lavia, in scena insieme a Federica Di Martino (La signora Beatrice Fiorica), intreccerà le due versioni, accentuando così la potenza di un testo che racconta i vizi, le meschinità e gli inganni del mondo contemporaneo. “Noi facciamo una mescolanza tra la prima e la seconda versione di questo specchio di un’umanità che fonda la sua convivenza civile sulla menzogna – spiega Gabriele Lavia, che dello spettacolo è interprete, ma anche regista  – La verità non può trovare casa nella società umana. Solo un pazzo può dirla, perché tanto, si sa, … è pazzo!”.

“Il berretto a sonagli – continua l’attore – è una tragedia della mente, ma porta in faccia la maschera della farsa. Pirandello mette sulla scena un uomo vecchio, uno di quegli uomini invisibili, senza importanza, schiacciato nella morsa della vita e, poiché è un “niente di uomo” è trattato come se fosse niente: «Oh, che ero niente io?». Questa domanda disperata nasconde la concezione di se stesso, torturata e orgogliosa, di un uomo dissolto nel “nulla” del mondo, un nulla affollato da fantocci, da pupi. Da fantasmi umani, che spiano e che parlano. Parlano parole già parlate, consumate”. Sul palcoscenico, come si trovassero lì per caso, “ci sono un vecchio fondale e pochi elementi, relitti di un salottino borghese, dove viene rappresentato un banale pezzetto di vita di una famiglia perbene che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere per gli altri, di fronte agli altri – racconta ancora Lavia -. Come se la propria vita fosse, per statuto, una recita per spettatori ingiusti e feroci. Un “teatro”. È l’essere-per-gli-altri a prendere il sopravvento perché l’essere-con-gli-altri è comunque il nostro essere ineludibile», conclude Gabriele Lavia.

Sabato 4 febbraio alle ore 12 al Ridotto del Teatro Comunale di Ferrara i protagonisti de Il berretto a sonagli di Luigi Pirandello incontrano il pubblico. Coordina Marcello Corvino, direttore artistico del Teatro Comunale. Oltre all’incontro al Ridotto, a ingresso libero, è prevista una diretta streaming sul canale Facebook del Teatro. L’attività è realizzata grazie al contributo concesso alla Biblioteca della Fondazione Teatro Comunale dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura.

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