Politica
30 Dicembre 2022
Lo scontro in consiglio comunale dopo la conferma del dg che il diritto all'informazione dei consiglieri comunali necessiti del vaglio della direzione e se necessario la presenza della rappresentanza politica. Marescotti: "Non mi sposterò finché non verrò ascoltata, se non va bene chiamate le forze dell'ordine"

Ai consiglieri vietato parlare con i dirigenti del Comune, l’opposizione insorge: “Bullismo istituzionale contro la legge”

di Redazione | 4 min

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Vietato l’accesso ai consiglieri comunali senza supervisione. È di fatto la direttiva del Comune, firmata dal direttore generale Sandro Mazzatorta, che impone ai consiglieri comunali che vogliano avere un confronto con i dirigenti di passare, prima, da una richiesta al presidente del consiglio comunale precedente al suo vaglio da parte della direzione generale del Comune.

Un modo di agire che lascia estremamente insoddisfatti i consiglieri di opposizione che, dopo uno scontro in consiglio comunale con il direttore generale sono pronti ad altre azioni di protesta contro quello che definiscono come uno scandalo, un atteggiamento da ‘bullismo istituzionale’ e un bavaglio alle prerogative del consiglio comunale.

“Il tema”, secondo il direttore generale che ha preso la parola durante le comunicazioni del consiglio comunale di mercoledì 28 dicembre, “riguarda l’esercizio del diritto all’informazione del consigliere comunale, sul quale per una fattispecie identica avevo già scritto una nota il 18 novembre specificando che il diritto all’informazione riguarda la natura non documentale degli atti. Un conto è il diritto ad accedere a documenti specifici, un altro è quello del diritto all’informazione che è diverso”. E per questo, secondo Mazzatorta, “Il regolamento del consiglio dice che sia necessario passare da una richiesta al presidente del consiglio comunale, poi tace sull’iter. Noi abbiamo una prassi, che passa dalla direzione generale che ha un ruolo di sovrintendenza della gestione ai sensi dell’articolo 108 del Tuel, e insieme al dirigente verifica quali siano le informazioni e i documenti di cui ha bisogno il consigliere”.

Il caso era nato dalla richiesta di Deanna Marescotti di incontrare un dirigente dell’istituzione scuola: “Avevo chiesto un appuntamento che mi era stato concesso, poi l’ho spostato perché mi sono ammalata e da allora non è più stato possibile, mi è stato detto che i dirigenti non possono incontrare i consiglieri”.

Nel caso che cita Mazzatorta, comunque di identica fattispecie, “si trattava di un procedimento relativo ai nuovi posteggi di commercio su un’area pubblica sulla quale c’è una delibera di giunta e ci sono indirizzi politici, quindi ho ritenuto che all’incontro fosse presente anche l’assessore di riferimento, mi sembrava una cosa scontata e ovvia”, dice il dg. In sintesi, l’accesso agli uffici del Comune da parte dei consiglieri comunale, per la direzione generale, necessita di un vaglio preventivo e almeno in alcuni casi la presenza dell’autorità politica.

Un comportamento però che manda su tutte le furie le opposizioni, a partire dal capogruppo del Pd Francesco Colaicovo, che bolla come “scandaloso il fatto che i consiglieri chiedano un appuntamento a un dirigente e questo gli venga dato un mese dopo alla presenza dell’assessore. Tra le prerogative dei consiglieri c’è quella di iniziativa per redigere una delibera, una mozione o un emendamento al bilancio: abbiamo assolutamente bisogno dell’ausilio dei tecnici e degli uffici che vengono messi a disposizione”, leggendo poi il regolamento che indica come di norma l’accesso agli atti avviene anche informalmente e tornando ad attaccare: “Nelle email scambiate con i dirigenti è evidente che si fa riferimento non alla legge ma a quanto detto dal direttore generale nonostante ci sia una copiosa giurisprudenza. Questa è l’ennesima riproposizione di un atteggiamento che vuole impedire l’agibilità del consiglio comunale e soprattutto all’opposizione, ed è grave che questo comportamento sia messo in atto da un dirigente non eletto dai cittadini”.

Sulla stessa linea d’onda anche Roberta Fusari di Azione Civica, che parla di un’azione “coerente con quanto fatto dal primo finora in cui siete entrati in questo palazzo. Ci troviamo ancora una volta a lamentare poca trasparenza e la poca democraticità di questo luogo, ma non permettere ai dirigenti di parlare con l’opposizione fa parte di questo sistema. È scandaloso com’è trattato il consiglio, e come continuate a gestire la cosa pubblica facendo gli affari vostri”.

La prima consigliera toccata dal nuovo corso, Deanna Marescotti, annuncia invece che ignorerà le regole della direzione generale: “Questo è il mondo che avete costruito contro la legge, contro il regolamento e contro il significato del consiglio stesso. D’ora in poi mi posizionerò davanti alla porta del dirigente o dell’impiegato quando avrò bisogno, e se non vorrà dovrà chiamare le forze dell’ordine perché non mi sposterò finché non verrò ascoltata”.

“È un atteggiamento da bullismo istituzionale, e come tutti i comportamenti di bullismo è perché avete paura e vi sentite deboli. Non possiamo imporre al Comune di fare alcunché, dove sta la paura? Un giorno lo capiremo, ma prima di allora abbiamo diritti e vogliamo vengano rispettati”, è infine l’affondo di Dario Maresca di Ferrara Bene Comune.

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