
Immagine d’archivio
Aveva riportato lesioni ritenute non gravi dopo uno scontro quasi frontale in via Padova, con una prognosi di guarigione di sette giorni, ma dopo 48 ore, il 2 dicembre scorso, il 42enne Massimiliano Cocco è deceduto. Una morte misteriosa sulla quale ora tenterà di fare luce la procura di Ferrara.
Il pm Ciro Alberto Savino ha infatti disposto subito l’autopsia per accertare se le cause del decesso siano da collegare a eventuali complicazioni delle ferite riportate nell’incidente e insorte dopo le cure ricevute in ospedale (e se le complicazioni potevano essere previste dagli accertamenti eseguiti al pronto soccorso), oppure se vi siano altre cause legate a problemi di salute pregressi che potrebbero essersi amplificati.
Per ora il fascicolo d’inchiesta è aperto con l’ipotesi di omicidio stradale a carico del conducente della vettura che si è scontrata con il furgone di Cocco, un mezzo che il 42enne utilizzava in qualità di dipendetne del corriere di trasporti Brt. Si tratta di un atto dovuto dal quale partire per individuare eventuali responsabilità, senza escludere in seguito l’analisi degli accertamenti medici a cui è stato sottoposto Cocco in seguito all’incidente.
Quel giorno il 42enne stava percorrendo via Padova nel tardo pomeriggio, poco dopo le 18, quando si è scontrato con il suo furgone Citroen Jumper con una Hunday proveniente dalla corsia opposta. Un impatto violento nel quale è stato coinvolto anche uno scooterista che non è riuscito a evitare l’impatto con la vettura. Il conducente della Hunday aveva riportato i traumi più gravi, con una prognosi di trenta giorni, mentre Cocco doveva cavarsela in sette giorni per guarire. Invece il 2 dicembre le sue condizioni sono peggiorate drasticamente e, nonostante l’intervento del 118 nell’abitazione dove stava trascorrendo la convalescenza, per l’uomo non c’è stato nulla da fare.
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