
Matteo Proto
“Preoccupa l’intervento del viceministro alle infrastrutture, espresso al congresso del nuovo sindacato carabinieri a Ferrara in tema di giustizia e di tortura. Un discorso decontestualizzato e denotato da una scarsa conoscenza della materia e dei principi costituzionali che la regolano, oltre che del territorio e dei cittadini ferraresi”.
Rispedisce al mittente ogni accusa di ostilità culturale verso le forze dell’ordine Matteo Proto, delegato alla giustizia e alla sicurezza della segreteria comunale del Partito Democratico e avvocato.”La questione è chiara e si rispecchia benissimo nella scritta che campeggia in ogni aula di tribunale: ‘la legge è uguale per tutti’; altrimenti non avrebbe senso costituirsi in uno stato di diritto” continua l’esponente dem.
“Prevedere, poi, particolari fattispecie per i pubblici ufficiali” spiega l’avvocato “deriva proprio dal loro peculiare ruolo di tutori della legge e dell’ordine pubblico. Contestualmente sono previste, infatti, norme discriminanti, finalizzate al compimento dei propri doveri, come l’uso legittimo delle armi. Fulcro di tale previsione è proprio la legittimità dell’utilizzo della forza, su cui nessuna mediazione può essere ammessa. Accusare di ‘cultura dell’antipolizia’ coloro che sono istituzionalmente deputati a valutare la corretta applicazione della legge – nel caso di cui trattasi: il legittimo utilizzo della forza – è frutto di una visione distorta e inaccettabile della giustizia”.
Solo su una cosa Proto concorda col viceministro, ovvero sulla “profonda gratitudine che ognuno di noi dovrebbe provare nei confronti di quei servitori dello Stato che adempiono il loro ruolo con onore e disciplina, perché essi costituiscono la colonna portante dell’ordinamento, senza i quali pace e convivenza civile non potrebbero esistere: sentimento che sono sicuro risieda in ogni cittadino ferrarese”.
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