Comacchio. Il gruppo Civicamente Comacchio ha avviato una petizione online (https://chng.it/KMSwnKvRcW) contro la tassa sui passi carrai a raso, che ritiene illegale e che quindi chiede di togliere al sindaco e alla giunta della città lagunare.
“A Comacchio – spiegano dal gruppo civico sulla loro pagina Facebook – ci sono qualche decina di migliaia di passi carrabili, alcuni dei quali, ma stiamo sempre parlando di molte migliaia, definiti a raso e similari. Si tratta di passi carrai privi di manufatti a “raso” con il manto stradale o comunque privi di un’opera visibile e che non interessino percorsi pedonali dato che la banchina stradale non costituisce manufatto o percorso pedonale riservato. Questa tipologia di passi carrai non dovrebbe pagare in quanto esiste una sentenza della Corte di Cassazione del 8 luglio 2022 la quale condanna il Comune di Comacchio a rifondere un privato cittadino rispetto al pagamento di un canone legato al proprio passo carraio. Questo perché si legge nella sentenza “La norma regolamentare citata (art. 4 regolamento Cosap del Comune di Comacchio), è di fatto illegittima”.
“La Giunta Negri – aggiungono – ha deciso di non tenere conto della sentenza nonostante siano centinaia o più probabilmente migliaia i casi analoghi nel Comune, così come le cartelle e gli avvisi di accertamento mandati a raffica dal Comune in questi mesi sui passi carrai. Riteniamo che non si possano tassare i cittadini in presenza di una norma che dichiara “illegittima” una imposta contenuta anche nel nuovo regolamento nella parte che disciplina tali casi precedentemente descritti. In tutto questo anche il difensore civico raccomanda al Comune di Comacchio, non solo di esentare i passi carrai a raso, ma anche di restituire le somme illegittimamente pagate dai cittadini nel 2021-2022. Infine alcuni consiglieri della minoranza hanno chiesto al sindaco Negri e alla sua giunta di dare immediata applicazione alla sentenza per evitare potenziali rischi di risarcimenti nei confronti del Comune di Comacchio ma la risposta è stata quasi surreale oltre che poco rispettosa dei cittadini amministrati: ogni singolo cittadino può impugnare l’avviso di accertamento e rivolgersi al proprio avvocato”.
Al momento la petizione ha raccolto qualche decina di firme, ma l’obiettivo è di arrivare almeno a 100.
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