Indiscusso
22 Ottobre 2022

Generazione mangia&bevi

di Marzia Marchi | 4 min

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È mai possibile che, in un troppo caldo pomeriggio di fine ottobre, i 26.000 studenti iscritti all’università di Ferrara fossero tutti a studiare?

Me lo chiedo perché alla manifestazione per la pace di venerdì 21 ottobre, tra le 17.30 e le 18.30, non se n’è visto uno!

In piazza municipale insieme ai colori arcobaleno della bandiera pacifista dominavano il grigio brizzolato e il rosso menopausa.

Mancava una generazione, forse due!

Difetto di comunicazione degli organizzatori?  Può essere. Ma la tristezza viene comunque perché, se anche fosse stata commessa la leggerezza di non coinvolgere l’Università, non cambierebbe la sostanza del problema: in piazza a  chiedere il cessate il fuoco in Ucraina ci sarebbero dovuti andare loro, spontaneamente, insieme alle ragazze iraniane che erano lì al grido di “donna vita libertà”. 

Soffermandomi in piazza dopo l’appello, commosso e partecipato, della suddetta folla li ho visti invece spuntare: gli studenti mangia &bevi!

Le ormai ultra debordanti distese di tavolini che incattiviscono la circolazione ciclistica urbana, dalle 19.00 in poi si popolano magicamente dell’arancione dello spritz e compaiono loro, gli studenti fuori sede, quelli che a manifestare ci sono andati – anche  giustamente – solo contro il caro affitti. Ma anche in quel caso il numero era inferiore alla distesa di un qualsiasi bar.

Davvero questi giovani studiano indefessamente tutto il giorno e alla sera stremati non gli resta che annegare dentro uno bicchiere d’alcool?

Mi piacerebbe ricevere una risposta sul perché non si preoccupano dell’ambiente o della pace, in altre parole del loro futuro! O se si preoccupano come lo fanno, dove lo mostrano?  

Appartengo ad una generazione che ha imparato a lottare pubblicamente per l’affermazione dei propri diritti, di donna, di lavoratrice, di cittadina che vuole vivere in pace e in un ambiente sicuro e nel rispetto degli altri esseri viventi.

Ho cominciato a conoscere la piazza per mano di mia madre nella giornata dell’8 marzo e ieri lei era appoggiata al mio braccio con ancora la voglia di testimoniare il proprio pensiero.

Ma so che queste mie parole non verranno lette dai giovani studenti e infatti il messaggio è per quell’altra generazione, quei genitori che non accompagnano i propri figli a cercare di scongiurare che sia normale parlare di terza guerra mondiale e di bomba atomica, ipocritamente chiamata tattica! 

Un messaggio per scongiurare che la nostra città diventi solo un momento di passaggio per giovani che la sfruttano e poi la lasciano deturpata di rifiuti, graffiti e spacciatori.

Spero che queste parole suscitino un vespaio di polemiche (almeno questo!) proprio in quella generazione di brizzolati o quasi brizzolati che purtroppo non è solo quella che va in piazza per la pace e per l’ambiente, non è quella che passa i week end a ripulire strade e parchi da un ‘enorme mole di rifiuti abbandonati, non è quella che organizza biblioteche popolari o si offre volontaria come tutrice per minori stranieri o per servire un piatto caldo ai poveri sempre più numerosi. 

No! E’ invece quella parte di ferraresità che cerca di lucrare sugli affitti e che plaude ai centri commerciali che spopolano i quartieri. Che specula sui grandi eventi e considera la natura un “attrezzo” ad esclusiva misura dei propri interessi. Che si muove in SUV in centro e gli serve l’autostrada per andare al mare e la terza corsia per andare a Bologna. Che guarda al proprio ombelico e corre incontro alla catastrofe annunciata di un cambiamento climatico sotto gli occhi di tutti, senza allertare i propri figli.

Questa generazione mangia&bevi che non si rende conto di come la libertà di uno spritz o di una pancia scoperta siano il frutto di lotte faticose e di come possano venire spazzate via da un momento all’altro se non si tiene alta la vigilanza e la manutenzione dei diritti civili e politici.

Non è fantapolitica ma realtà che si sta affacciando nella semi indifferenza generale. Se il primo pensiero di chi si accinge a governare ora è quello di mettere in discussione il diritto delle donne all’autodeterminazione sul proprio corpo e se al ministero della pari opportunità si affiancano le parole famiglia e natalità, il cammino verso il ministero della moralità, che uccide per una ciocca fuori dal velo, è appena iniziato. Se il ministero della scuola diventa anche del merito precipitiamo sulla strada della soppressione del diritto ad avere un’istruzione libera e gratuita per tutti. 

E’ proprio questo che hanno ricordato le uniche giovani, iraniane, ieri nella piazza pacifista: la libertà di cui godete qui in Italia va protetta e curata.

La libertà è sorella della pace. Quando c’è la guerra scattano le leggi marziali come ci testimonia la realtà in corso. 

La libertà è anche frutto della pace, come ci ha mostrato l’esperienza europea dopo la seconda guerra mondiale. 

Per questo occorre mobilitarsi e andare a chiedere a gran voce il cessate il fuoco immediato tra Ucraina e Russia. Occorre dare voce all’obiezione di coscienza, di quelle coscienze che chiedono la supremazia della ragione rispetto a quella della forza. La piazza brizzolata di Ferrara deve diventare, il 5 novembre a Roma, la piazza dei giovani, che un futuro di pace se lo devono coltivare.

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